“L’intervento del governo sulla crisi dell’auto è ridicolo, se rapportato agli interventi in atto negli altri paesi europei”. Così Gianni Rinaldini, segretario Fiom Cgil, ha commentato a RadioArticolo1 gli esiti dell’incontro di ieri a Palazzo Chigi tra governo, parti sociali e Confindustria. “Tra gli stessi ministri – ha detto il segretario – vi sono posizioni diverse: c’è chi non intende intervenire in termini significativi e chi, invece, tiene conto di ciò che succede in Europa, e questo ci dà la misura di come l’esecutivo sia in difficoltà”.

“La minaccia della Fiat di effettuare un taglio di 70.000 posti – aggiunge – è dovuta al fatto che per decenni si è fatto di tutto per assicurare al Lingotto una posizione di monopolio nell’industria dell’auto italiana”, e ora i lavoratori pagheranno le conseguenze della crisi della Fiat, che porterà a un blocco totale dell’industria automobilistica italiana”.

Rinaldini ha poi sostenuto la necessità di ritrovare l’unità sindacale, come sta avvenendo in questi giorni “in Francia, dove tutte le sigle sindacali hanno indetto unitariamente uno sciopero generale (che si svolge oggi, ndr) contro le misure anti-crisi varate dal governo Sarkozy. Al contrario, in Italia, siamo di fronte a una situazione paradossale: il fatto che sia stato firmato un accordo separato su una questione fondamentale come la struttura contrattuale, senza che i lavoratori siano chiamati a esprimersi, è uno strappo alla democrazia nel nostro paese, e quindi alla Costituzione”.

“I lavoratori – ha concluso Rinaldini – non si possono pronunciare e dovranno attenersi a paletti che altri hanno definito. Siamo alla vigilia di una grande mobilitazione, che sfocerà con lo sciopero generale e la manifestazione nazionale a Roma, indetta dalla Fiom e dalla Funzione pubblica Cgil per il 13 febbraio”.

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