“La riforma del mercato del lavoro affronta la settimana più delicata. Il governo ha deciso una brusca accelerata. È probabile che ricorra già domani sera o mercoledì mattina alla richiesta del voto di fiducia”. Lo scrive Il Corriere della Sera. Che sintetizza così il possibile iter del provvedimento: “L'esame nell'aula del Senato del disegno di legge varato dal Consiglio dei ministri il 23 marzo sarà rapidissimo. Conclusa la discussione generale il governo dovrebbe porre la questione di fiducia per sbarrare la strada alle centinaia di emendamenti presentati dalla Lega e dall'Idv. Poi toccherà alla Camera che, nelle intenzioni dell'esecutivo, dovrebbe approvare definitivamente la riforma senza modifiche rispetto al testo del Senato prima dell'estate”.

Ma nella maggioranza che sostiene il governo ci sono problemi. Scrive ancora Il Corriere della Sera : “Il Pd mette le mani avanti. Dice Cesare Damiano, ex ministro del Welfare, capogruppo del partito in commissione Lavoro alla Camera e uno dei probabili relatori di maggioranza della riforma (l'altro, quello del Pdl, potrebbe essere Giuliano Cazzola): “Riconosciamo i passi importanti fatti in commissione al Senato, ora vediamo che succede in aula, ma non possiamo accettare che alla Camera il testo arrivi blindato. Ci sono infatti alcuni problemi che vanno risolti”. Tre, in particolare, le richieste del Pd: 1. Allungare la durata dell'Aspi, la nuova indennità di disoccupazione. 2. Ammorbidire l'aumento al 33% dei contributi previdenziali per le partite Iva. 3. Abbassare i requisiti per l'accesso all'indennità di disoccupazione per i collaboratori a progetto. “Ovviamente, ammette Damiano, ‘sappiamo che queste richieste sono costose, ma pensiamo ugualmente che debba esserci una discussione e quindi ci auguriamo che il governo non ricorra al voto di fiducia’. In realtà, al Senato, nessuno crede che questo si possa evitare”.