"La Giunta regionale Toscana ha approvato due atti di estrema rilevanza per la gestione integrata del ciclo dei rifiuti. Primo, nella modifica del piano regionale di gestione dei rifiuti s'inizia a registrare un trend di riduzione strutturale dei rifiuti solidi urbani dovuti alla crisi economica, alla maggiore sensibilità ambientale dei consumatori e alle modalità di raccolta e differenziazione calcolando la media, nel periodo 2013-15, senza tener conto delle modalità di gestione della raccolta dei rifiuti e dei risultati da essi prodotti nei territori dove emerge chiaramente, dall'analisi dei dati della raccolta differenziata dei Comuni toscani, una relazione diretta tra alti valori di raccolta differenziata e basse percentuali di produzione pro capite di rifiuti. Meno rifiuti e tendenzialmente di maggiore qualità. Su questo versante si tratta di porre ancor più attenzione e stimolo al riciclo ed alla utilizzazione delle materie prime seconde, fissando obbiettivi quantitativi non solo alla differenziata ma anche - e soprattutto - all’effettivo riciclo e riutilizzazione dei materiali ottenuti", affermano Cgil e Fp Toscana in una nota congiunta.

"Secondo, l’approvazione da parte della Giunta del documento preliminare n. 1/2016, in merito alla proposta di legge su un Ambito territoriale ottimale Toscana rifiuti già inoltrato al Consiglio regionale che a sua volta, a luglio, ha deciso di accelerare il processo di riorganizzazione approvando una specifica mozione", continuano i due sindacati.

"Dal lato della gestione industriale del ciclo dei rifiuti, ribadiamo che bisogna superare la frammentazione aziendale che persiste in molti territori, gestione pubblica che deve avere al suo interno l’intero ciclo dei rifiuti: raccolta, riciclo, smaltimento finale, a maggior ragione in vista dell’Ato unico regionale. Semplificazioni che consentirebbero un unico piano Industriale sulla necessità impiantistica, che tenga conto della tecnologia, delle emissioni in atmosfera, della resa termica e dell’impatto di chi vi opera o vi potrà operare. Ricordando che i rifiuti solidi urbani sono solo una parte minoritaria dei rifiuti prodotti la politica deve porsi il problema di un governo pubblico dei rifiuti industriali, terreno primario di intervento secondo i rapporti sulle Ecomafie di Legambiente della criminalità organizzata", aggiungono i confederali.

"La natura pubblica e pubblicistica delle aziende di gestione e la rilevanza dell’impatto sociale del ciclo dei rifiuti potrebbero costituire un terreno avanzato e privilegiato per sperimentare forme di partecipazione e democrazia economica, che senza interferire con i ruoli e le dinamiche di contrattazione, mettano a valore le professionalità e le conoscenze dei lavoratori e delle lavoratrici del settore nelle scelte aziendali di traduzione concreta degli indirizzi determinati dalla politica regionale e più complessivamente del sistema delle autonomie locali. Proprio per questo vista l’accelerazione del percorso sull’Ato unico regionale e le difficoltà che abbiamo registrato sui 3 Ato esistenti fino ad oggi, abbiamo chiesto alla Regione Toscana un incontro che consenta di recuperare un percorso di concertazione che non è avvenuto come avrebbe dovuto ai sensi della l.r. 1/2015, al fine di garantire il servizio e i dipendenti coinvolti", concludono le due sigle.