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In queste settimane seguite al crollo del Ponte Morandi, l’imperativo per la città di Genova e la regione Liguria è stato quello di far presto. Sin da subito si è registrata una reazione positiva di tutta la comunità che è quotidianamente impegnata a ricercare le soluzioni per garantire il ripristino di condizioni accettabili di vivibilità, lavoro, mobilità. Il sindacato si è messo immediatamente a disposizione per agevolare tutti quei processi che possano contribuire a gestire l’emergenza: dal porto all’edilizia, alle problematiche legate al credito (mutui), sino ad arrivare agli orari flessibili per tante aziende private e per il sistema dei servizi del pubblico impiego.
Quello che però deve essere chiaro, anche al presidente Toti che oggi torna sulle norme per superare il Codice appalti, è che da questa tragedia deve nascere il riscatto di una città che già troppo ha pagato. Il concetto di superamento delle regole deve essere attentamente esplicitato: il codice infatti tutela anche le questioni legate alla sicurezza e ai diritti dei lavoratori e tutela le opere dalle infiltrazioni mafiose. È evidente come una situazione straordinaria imponga una iniziativa straordinaria che deve però esaurirsi nel rapido affidamento e avvio dei lavori. Siamo tutti d’accordo che nella ricostruzione del Ponte Morandi il fattore tempo è determinante, ma occorre prestare attenzione perché non potranno essere accettabili logiche derogatorie che penalizzano i lavoratori degli appalti mettendo a rischio l’esecuzione delle opere.
Pertanto proprio perché di fronte alla tragedia che ci ha colpito dobbiamo fare presto e bene, nel rivendicare misure eccezionali e di urgenza, confermiamo la nostra piena disponibilità ad affrontare con gli strumenti della contrattazione tutte le difficoltà che questa fase straordinaria ci proporrà.
Ivano Bosco e Federico Vesigna sono segretari generali della Cgil di Genova e Liguria