Il lavoro, lo sviluppo e il regionalismo differenziato sono i tre temi al centro dell’intervento di Nicola Ricci, segretario generale della Cgil Campania, al congresso di Bari. “Il lavoro come necessità vitale di riscatto contro l'emarginazione, la disuguaglianza, la criminalità”, ha spiegato il dirigente sindacale aggiungendo che in Campania “il lavoro ha bisogno di risposte immediate, di investimenti pubblici per l'insediamento occupazionale, ma ha bisogno di un intervento pubblico che non sia creato, però, a mo' di clientelismo o di assistenzialismo. Il piano di 10.000 posti promessi dal governatore De Luca è l'esempio becero di quello che sta avvenendo. Solo 257 Comuni senza risorse economiche aderiscono a questo piano ed è iniziata una brutta corsa al clientelismo per le collocazioni. Non sono queste le buone pratiche che bisogna perseguire e noi pensiamo che il lavoro debba essere creato anche dal privato, perché il privato nel Mezzogiorno ha disincentivato, ha creato grandi crisi e la chiusura di grandi aziende”, ha detto Ricci denunciando quindi “un atteggiamento imprenditoriale inadeguato”.

 

Quanto allo sviluppo, per Ricci l’attuale “governo illude e peggiora la situazione economica. Come Campania già nei primi sei mesi del 2019 avremo un abbattimento di 2,3 miliardi di euro per progetti che erano alle porte e vedevano investimenti infrastrutturali delle Ferrovie dello Stato. Accanto a questo va denunciato, e va fatto con forza, che il taglio dei fondi sviluppo di coesione porterà alla Campania un danno del 25%.

Per non parlare poi del Piano sanitario ospedaliero che nemmeno un mese fa è stato approvato da questo governo. Scopriamo a distanza di un mese che ci sarà un ulteriore taglio di 90 primari, e soprattutto ci sarà un taglio di 2 miliardi con effetti immediati sui livelli minimi di assistenza”. Ricci ha quindi invitato la Cgil a “dare una scossa alla nostra azione a partire dal Mezzogiorno”. “Noi abbiamo un lavoro importante che è Laboratorio Sud, ma dobbiamo avere coraggio e consapevolezza”. In “alcune aree del paese - guardo a quelle del Nord - si è recuperata tutta l'occupazione di 10 anni fa. A Sud la situazione invece è peggiorata. Perciò la manifestazione unitaria del nove febbraio dovremo dire no a questa manovra, è una grande occasione e non possiamo farcela scappare”.

Ricci ha lanciato un allarme sul regionalismo differenziato: “l’idea, che ha questo governo, che il capitale e la ricchezza debbano rimanere dove c'è capitale e ricchezza per finanziare, fare crescere e sviluppare solo quelle aree”. “Noi avremo un'Italia fatta da quattro regioni a statuto speciale, due province autonome, tre regioni più quattro che hanno richiesto l'autonomia. E’ un problema che questa organizzazione si deve porre”.

Infine una conclusione sul percorso congressuale: “Non ho visto in questi mesi una vera differenziazione su progetto politico, sulle idee. Per questo va sostenuta l'indicazione della segreteria nazionale, perseguendo l'unità ed evitando le divisioni”.