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Un appello alle forze democratiche e popolari, ai rappresentanti delle istituzioni locali, dei Comuni e della Regione affinché condannino con forza e prendano le distanze dall’atteggiamento intollerante e razzista palesato dal governo nazionale con gli ultimi provvedimenti del Viminale sul superamento degli Spar, sulla chiusura del progetto Riace e sull’inasprimento della dimensione detentiva dei Cie. A lanciarlo è il segretario della Cgil Sarda, Michele Carrus, che sollecita una presa di posizione netta delle rappresentanze politiche della Sardegna: “I sardi sono un popolo di migranti, da molte generazioni, che ha sperimentato quanto sia dura e faticosa la strada e la lotta per uscire dall’arretratezza, per questo non possono riconoscersi nei comportamenti xenofobi di chi oggi rappresenta pro tempore le alte istituzioni del nostro Paese e non possono ritenersi amici di chi li ha sempre trattati con lo stesso disprezzo razzista che oggi rivolge verso gli ultimi e gli umili della Terra. Perciò è giunta l’ora che se ne dissoci chi si richiama all’identità sarda, utilizzandone politicamente simboli e vessilli, anche se ciò comporterebbe qualche sacrificio di carriera personale”.
Secondo Carrus “l’attacco al modello Riace risponde all’esigenza di negare che è possibile realizzare una politica di accoglienza e integrazione che funziona e che diventa molto utile per noi, soprattutto per le nostre realtà locali in forte declino demografico ed economico”. "Disporre la deportazione forzosa degli immigrati stabilmente inseriti dentro la piccola comunità calabrese che hanno contribuito a rivitalizzare, mentre allo stesso tempo si ordina ai Prefetti di disporre misure restrittive alle libertà di accesso e di movimento per gli ospiti dei Centri di identificazione ed espulsione ai quali sarebbero indirizzati, acquista il significato di un altro passo avanti verso la ripetizione di pratiche abominevoli contro l’umanità che infangano, purtroppo, anche la nostra memoria", continua Carrus.
Da qui l’appello a costruire una rete di amministratori di tutti i livelli che facciano sentire la loro voce in difesa dei nostri valori e dei principi fondamentali della nostra Costituzione e della Carta Universale dei Diritti dell’Uomo: “E’ importante – conclude Carrus - che tutti i cittadini, anche quanti pensano che vada regolamentata meglio la politica dell’immigrazione da parte dell’Italia e dell’Europa, che tutti insieme, però, respingiamo questo malcelato tentativo di imbarbarire la nostra civiltà democratica e di reintrodurre surrettiziamente intollerabili metodi che ricordano una cultura fascista e di razzismo d’altri tempi”.