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Dopo una vertenza che va avanti da anni, ora arriva lo sciopero. Si fermano oggi (martedì 20 settembre) i 3.500 lavoratori dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp) di Reggio Calabria. A motivare la protesta, indetta da Fp Cgil, Fp Cisl, Fiais e Nursing Up, è il mancato rispetto di un accordo sul salario accessorio, pari a complessivi 15 milioni di euro che i lavoratori devono ricevere fin dal 2010, su cui nel tempo si sono innestate più ampie rivendicazioni. Nel corso dell’astensione dal lavoro si tiene anche un sit-in davanti alla sede dell’Azienda (alle ore 11, in via Diana).
“L'Asp è smarrita, non comprende da dove cominciare, non ha cognizione delle priorità, degli sviluppi, delle risorse umane e tecnologiche che possiede” spiega un comunicato unitario: “Ogni qualvolta sottoscrive un accordo non considera l'efficienza della propria macchina amministrativa e organizzativa, perde tempo in assurde rendicontazioni manuali che ricadono sui dipendenti, non affiancati e istruiti dai dirigenti che, seppur pochi, ci sono, si pagano, ma si nascondono sotto mille scuse per non esporsi alle responsabilità proprie del ruolo occupato”.
I sindacati sottolineano che l’Azienda “non garantisce la salute dei propri dipendenti”, che sono “abbandonati a se stessi, senza tecnologia a supporto, con un'età media oltre ogni media nazionale, operanti in ambienti suscettibili da anni di adeguamenti e ristrutturazioni che non arrivano mai”. Fp CgiI, Fp Cisl, Fiais e Nursing Up rimarcano di non voler più “continuare a tollerare l'andazzo incancrenito in cui oggi si trova” la Asp. Non possiamo, scrivono in modo molto netto, continuare “a far finta di niente, permettendo all’Azienda sanitaria di non fare, di non garantire la salute dei cittadini, di non comprendere che non sta assicurando i livelli essenziali di assistenza”.
Per Fp Cgil, Fp Cisl, Fiais e Nursing Up la Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria è ormai “in tilt, non reagisce più agli stimoli, non comprende l'entità delle cose, non capisce che gli operatori, ormai stanchi e sfiduciati dai continui commissariamenti che si susseguono, non tollerano più di vivere alla giornata, senza riferimenti nelle varie unità operative che sono quasi tutte prive di direttori e di coordinatori, lasciate agli effetti di conflitti interni e interessi diversi da quelli che chiede l'utenza”.
I sindacati, insomma, non vogliono essere “complici” di questo sistema di inefficienza, un sistema segnato anche “dagli sperperi che da sempre si consumano in Azienda, dalle ‘doppie fatture’ tanto evidenziate in passato e delle quali non si parla più, dai rimborsi fatti ad altre aziende cui sono costretti a rivolgersi gli utenti della provincia di Reggio Calabria, dalla lentezza a procedere per le coperture dei posti vacanti, dall'incapacità di dotarsi di graduatorie per le sostituzioni del personale costretto a lunghe assenze per gravi malattie, dai conflitti presenti e mai risolti, nonostante le continue proteste di chi ha il diritto di lavorare serenamente e occuparsi degli ammalati”.
La protesta odierna, assicurano i sindacati, continuerà con “ogni forma di lotta consentita fino a quando non saranno soddisfatti tutti i punti richiesti, dalla retribuzione di tutto il salario accessorio arretrato che i lavoratori accreditano nei confronti dell'Azienda, alle condizioni in cui dovrebbero operare per dare le giuste risposte all'utenza, in termini di qualità ed efficienza dei servizi sanitari”. E concludono dicendo “basta alla mancanza di responsabilità, all'incapacità, ai soliti atteggiamenti dilatori che sono tipici di chi evita i propri oneri, basta con quest'assurda corsa verso la ‘morte’ dell'Asp di Reggio Calabria”.