In riferimento alla realizzazione del deposito Energas, nel golfo di Manfredonia, la Cgil di Foggia esprime "profonda preoccupazione nel metodo e nel merito della scelta che si vuole perseguire. Ancora una volta, senza una concertazione con le forze sociali e le realtà locali, vengono calate dall’alto scelte che presumibilmente arrecheranno un grave danno al territorio e ai suoi cittadini. Si vuol realizzare un deposito di gas liquido tra i più grandi d’Europa (12 serbatoi per 60.000 m³ di gas liquido) nella zona sud di Manfredonia, collegato con il porto industriale con una condotta interrata di dieci chilometri che attraverserà porzioni di territorio e di mare".
"È indubbio che l’opera avrà un impatto ambientale notevole, con conseguenze negative su settori trainanti del territorio - pesca, agricoltura, turismo -. Non si tratta di fare la conta con il manuale Cencelli sui pro e contro di un insediamento, come propone qualcuno, ma costruire uno sviluppo dell’area che preveda insediamenti industriali, coerenti e compatibili con le vocazioni territoriali. Le esperienze del passato, in Puglia come in Capitanata, in tal senso sono lì a testimoniarlo. Ancora oggi, non si sono bonificate aree dove si sono costruiti grandi insediamenti produttivi in maniera maldestra e poco lungimirante", prosegue il sindacato.
"Abbiamo bisogno di costruire armonia sul territorio, non paradossi. Le azioni di sviluppo devono partire dal basso: lavoratori e cittadini, in una logica democratica, devono poter essere artefici del proprio divenire. Per questi motivi, ci pronunciamo per il no al referendum, e nel contempo invitiamo tutti i soggetti, istituzioni e forze sociali ad aprire una discussione seria sul modello e sulle scelte per lo sviluppo di Manfredonia e della Capitanata, per non sottostare a ricatti occupazionali e rispondere ai problemi sociali", chiude la Cgil provinciale.