Oltre tre milioni e mezzo di persone hanno votato contro l’intesa separata del 22 gennaio sulla riforma dei contratti, in una consultazione organizzata dalla sola Cgil. I votanti in totale sono stati 3.643.836, vale a dire il 71,05% di quanti si recarono alle urne nei posti di lavoro nell’ultima consultazione analoga: ma quella era unitaria, organizzata anche con Cisl e Uil, e si svolse nell’ottobre 2007 sul Protocollo welfare. Nel 2007 votarono 5.128.507 persone. Quindi la Cgil ha portato al voto, da sola, due terzi di quelle persone. E il 96,27% (ossia 3.464.178 votanti) ha bocciato l’accordo separato. Le assemblee nei luoghi di lavoro sono state 59.377. Anche qui la Cgil è riuscita a superare la soglia del 2007, quando di assemblee insieme a Cisl e Uil ne organizzò 52 mila.

“Abbiamo raddoppiato il valore di rappresentatività”, ha sottolineato in conferenza stampa il segretario confederale di Corso d’Italia Enrico Panini, ricordando che per il protocollo del 22 luglio 1993 i voti totali furono 1.327.000 e parlando perciò di un “risultato di altissimo valore in riferimento ad altri pronunciamenti”.

Panini ha poi elencato i voti di alcuni luoghi di lavoro:
"alla Fincantieri di Porto Marghera hanno votato 818 dipendenti su 1.100, e ben 716 contro accordo. Alla Nuova Pignone di Firenze su 2.200 lavoratori, 1.635 hanno detto no. Alla Fiat di Termini Imprese i no hanno raggiunto il 96.6%. Alla Biesse di Pesaro 580 lavoratori su 1.100 hanno votato no, e lì la Cgil pesa solo per un quarto. E nel gruppo Nestlè su 2.400 lavoratori sono stati raccolti 1.328 voti per un 94% di no".

Infine, parlando del 4 aprile al Circo Massimo
, “si annuncia una manifestazione davvero imponente. Arriveranno 40 treni speciali, cioè tutti quelli che rete ferroviaria poteva reggere, 2 navi e 4.800 pullman”.