"Gli interessi di parte stanno producendo una degenerazione della campagna elettorale, che consente a organi di stampa stranieri - basti pensare alle recenti posizioni assunte dal Financial Times -, di ventilare rischi per la sopravvivenza di otto banche italiane, nel caso in cui il referendum costituzionale si chiudesse con la vittoria del no. Se consideriamo che questo è avvenuto senza suscitare una viva indignazione nelle forze politiche e nell'opinione pubblica, significa che il sistema democratico e la libertà dei cittadini italiani sono fortemente compromessi". Così in una nota, il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Michele Azzola, e Paolo Fidel Mele, segretario generale della Fisac di Roma e del Lazio.
"Le banche citate – continuano i due dirigenti sindacali – sono oggetto di importanti piani di ristrutturazione per la loro messa in sicurezza, piani che vedono un enorme contributo da parte dei lavoratori, tutelando al contempo le esigenze dei risparmiatori e dell'economia dei territori. L'attacco messo in atto con false argomentazioni ha, come unico obiettivo, quello di piegare la volontà dei cittadini italiani e limitarne l'esercizio democratico, attraverso un voto non libero".
"Le prese di posizione del ministro Padoan – aggiungono i due sindacalisti – ci sembrano deboli e puramente di facciata. È necessario che il governo, tutte le forze politiche parlamentari e l'insieme dell'opinione pubblica reagiscano in maniera univoca e decisa in difesa della supremazia nazionale, dell'orgoglio di popolo e del valore del voto e della libera espressione democratica. La Costituzione è patrimonio dei cittadini italiani e saranno loro a decidere come e se riformarla. Ingerenze straniere non sono gradite, tanto più se provenienti da Paesi che mai tollererebbero un atto analogo. Chi, per interesse, decidesse di approfittare di questa situazione per spostare pochi voti, il 4 dicembre si assumerà la responsabilità di non aver difeso l'interesse nazionale e la democrazia nella nostra Repubblica".