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Riprende con passo sempre più spedito il viaggio della Carta dei diritti universali del lavoro. La lettera di Susanna Camusso ai titolari dei due rami del Parlamento e ai gruppi politici, inviata il 4 aprile scorso, ha subito raccolto numerose adesioni. Il presidente della Camera Roberto Fico ha risposto promettendo di organizzare un vertice a breve, mentre il Movimento 5 stelle del Senato ha già incontrato la Cgil martedì 10. Oggi (giovedì 19 aprile) è il turno di Pd e Leu. Il primo incontro è in Senato (ore 9.30) con Andrea Marcucci, capogruppo dei senatori del Partito democratico. Il secondo è con Liberi e uguali (Camera, ore 11).
"Un incontro che potrebbe essere foriero di ulteriori occasioni di approfondimento". Così il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, parlando al termine dell'incontro a Palazzo Madama con il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci. Alla riunione erano presenti anche i segretari confederali Nino Baseotto, Vincenzo Colla, Maurizio Landini, Tania Scacchetti e i senatori Rossomando, Nannicini, Parente e Collina. "Abbiamo ribadito la volontà che il Parlamento discuta la Carta dei diritti e la nostra disponibilità a confronti su temi specifici, non nascondendo che la Carta include una parte di contrasto alla legislazione fatta nel periodo scorso sul tema dei diritti", spiega Camusso: "Abbiamo registrato la disponibilità ad avviare luoghi di discussione che possono riguardare anche altri temi che nel frattempo si sono determinati sul lavoro. In particolare abbiamo approfondito il tema della rappresentanza e della funzione anche rispetto ai contratti e alla contrattazione della rappresentanza stessa". La Camusso ricorda poi che "tutti gli accordi fatti con le associazioni imprenditoriali, compreso l'ultimo siglato con Confindustria, parlano anche del sistema di rappresentanza delle imprese, quindi è presente l'interesse a discutere anche di questo".
Positivo anche l'incontro con Leu, a cui hanno preso parte per la Cgil, oltre a Susanna Camusso, i segretari confederali Gianna Fracassi, Roberto Ghiselli e Tania Scacchetti. "C'è stata piena sintonia, che riteniamo di poter allargare anche ad altri temi come l'abolizione parziale della legge Fornero, su cui crediamo si debba trovare un'intesa con la Cgil e con il sindacato nel suo complesso". Questo il commento del capogruppo Leu alla Camera, Federico Fornaro. "Alla Camera la legge è stata incardinata nella passata legislatura e automaticamente si proporrà. Il problema ora è capire come si può fare lo stesso lavoro al Senato", ha spiegato Loredana De Petris ricordando che "il nuovo regolamento del Senato è molto favorevole a discutere proposte di iniziativa popolare".
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Per Camusso "è stato un incontro che da parte di Leu ha registrato interesse e per molti aspetti anche consenso, come sulla necessità di ricostruire un diritto del lavoro nel nostro Paese attraverso la Carta dei diritti". Il segretario generale della Cgil ha sottolineato anche "l'impegno a sostenere la discussione della proposta di legge sulla Carta dei diritti, quando si insedieranno le commissioni, e anche ad approfondire, in prospettiva, nei lavori parlamentari altri temi, come le pensioni".
La Carta dei diritti universali del lavoro, proposta di legge d’iniziativa popolare (divisa in 98 articoli) che ha raccolto quasi 1,2 milioni di firme, è stata incardinata nella scorsa legislatura presso la commissione Lavoro della Camera dei deputati, che ha concluso le audizioni nell'ottobre scorso. L’auspicio della Cgil per quest’avvio di legislatura, si legge nella missiva, è quello di “poter proseguire il percorso e stabilire una proficua interlocuzione, considerata l'importanza dei temi, fondamentali per il futuro del nostro paese”.
“La Carta dei diritti universali del lavoro è un cambio di paradigma, che ha l'ambizione di interrogarsi su cosa vuol dire universalità dei diritti in un mondo del lavoro che è radicalmente cambiato”. Così Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, parlando martedì 17 aprile a Firenze, nel corso di un'iniziativa di Cgil Toscana e Agenquadri. Il cambiamento in atto del mondo del lavoro “modifica le condizioni precedenti e lascia incertezze”. L'obiettivo della Carta, invece, è quello di “creare certezze e opporsi alle divisioni figlie di un diritto disuguale”. Il mondo è “andato verso lo smantellamento dei diritti invece che verso l'universalizzazione”, per questo la Cgil è “testardamente ostinata a ripetere che la strada resta sempre quella dell'universalità dei diritti”.
“Per ricomporre il mondo del lavoro – ha continuato – si portano i diritti in capo alle persone”. Si tratta, in sostanza, di un nuovo Statuto dei lavoratori, aggiornato alle esigenze attuali: “Il cambiamento vuol dire anche doversi misurare con questioni come il diritto soggettivo alla formazione, che non faceva parte delle norme dello Statuto ma che oggi è diventata indispensabile”. È necessario, inoltre, non “scaricare sempre i costi sull'ultimo della catena, cioè il lavoratore. Un'operazione che rovescia il punto di vista delle leggi sul lavoro degli ultimi anni”. Per questo, conclude Camusso, “quando l'abbiamo presentata nelle piazze e nei luoghi di lavoro abbiamo avuto un altissimo consenso, mentre quando siamo andati nelle aule del Parlamento abbiamo avuto reazioni un po' meno entusiaste”.
Martedì 10, si diceva, si è tenuto al Senato il vertice con il Movimento 5 stelle. “L'incontro è andato bene, è stata l'occasione per raccontare il senso della Carta e affrontare l'attenzione che ha il Movimento sul diritto-dovere che le proposte di legge d’iniziativa popolare vengano discusse in Parlamento”, ha commentato Camusso al termine della riunione. Da parte dei pentastellati, ha aggiunto, “c'è l'impegno a riavviare l'esame quando riprenderà l'attività parlamentare”. Nell’incontro non si è entrati nel merito del testo, ma “già nella scorsa legislatura è emersa la sensibilità su alcuni temi”.
Nei giorni precedenti, precisamente il 5 aprile, era anche arrivata la risposta del presidente della Camera. Nell’accogliere la proposta di un incontro, Roberto Fico sottolineava che “percorsi e momenti di confronto come questi s’inseriscono pienamente nella concezione del Parlamento come luogo aperto alla cittadinanza, in cui gli istituti di democrazia diretta previsti dalla Costituzione ricevono la massima attenzione e diventano materia viva”. La terza carica dello Stato, in conclusione, rimarcava che “le proposte di legge d’iniziativa popolare, in particolare, rappresentano uno strumento straordinario per far crescere insieme cittadini e istituzioni”.