Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind ConfSal, dopo la protesta organizzata contro le scelte del Governo sul prelievo forzoso di una parte del canone Rai (150 milioni) e la conseguente quanto obbligata messa in vendita della rete trasmittente del servizio pubblico, hanno inviato a Presidenza del Consiglio dei Ministri, ministero dello Sviluppo economico, Commissione di vigilanza Rai, Corte dei Conti, Consob, Borsa italiana, Agcom e Agcm, una lettera in cui denunciano la modalità, a loro avviso illegittima, con cui si sta procedendo alla quotazione in borsa e alla vendita di parte della società Rai Way, società del gruppo Rai che ha la proprietà degli impianti trasmittenti del servizio pubblico radio televisivo.

La forte denuncia dei sindacati Rai nasce dalla preoccupazione che una preziosa infrastruttura pubblica, strumento che garantisce l’emissione della TV e della Radio di Stato, utilizzata anche dalle forze dell’ordine e dal Viminale, esca dall’effettivo controllo pubblico.

Un progetto realizzato in tutta fretta che, nella sua effettuazione, con ogni evidenza presenta espliciti contrasti con le norme di legge vigenti. A ciò si aggiunge la preoccupazione per gli effetti che potrebbe produrre sulla concessione di servizio pubblico (da definirsi entro il 2016) per l’assetto industriale della più grande azienda culturale del paese e per la questione occupazionale.

La denuncia arriva mentre la proposta di quotazione in borsa e vendita parziale della società è ferma, per una valutazione di legittimità, presso la Consob. I sindacati vorrebbero che tale procedura fosse valutata, oltre che sotto il profilo di legittimità, anche sotto l’aspetto economico, nell’interesse generale del paese, cittadini e lavoratori.