“Ci sono molti modi per intervenire sulla libertà e il diritto all’informazione. Capito che le censure palesi e le chiusure delle trasmissioni hanno un effetto troppo evidente, che provoca ripercussioni controproducenti, si opta adesso per un meccanismo meno diretto ma certo non meno efficace”. Così Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, responsabile delle politiche dell’informazione e della comunicazione, interviene sulla vicenda Annozero.

“Ritardare la programmazione dei programmi, ritardare all’estremo i contratti dei protagonisti, sperando magari che così siano loro ad escludersi, non prevedere le tutele legali necessarie a trasmissioni di inchiesta - afferma il dirigente sindacale - sono tutti metodi molto in voga attualmente in Rai, fino ad arrivare alla presentazione di programmi che si dichiara di subire e di cui si preferirebbe la non presenza”. Tutto questo, per Fammoni, “non è meno grave, è altrettanto sbagliato e inaccettabile”.

Per il segretario della Cgil, che riconferma l’adesione della Cgil alla manifestazione del 3 ottobre a Roma per la libertà di informazione, “deve essere forte ed esplicita la solidarietà alle redazioni, alle persone e ai programmi che subiscono questi trattamenti e deve salire la protesta contro i vertici della RAI e queste loro scelte non accettabili”.