“Accordo raggiunto. Dopo una trattativa lunga e delicata, possiamo dire di aver dato certezze economiche e normative alle lavoratrici ed ai lavoratori delle ex Banche venete che non potevano essere penalizzati, in quanto non sono loro responsabili del dissesto avvenuto in quelle aziende”. Ad affermarlo, è il segretario nazionale Fisac, Giuliano Calcagni, in merito all’intesa raggiunta sull’integrazione delle ex Banche Venete in Intesa Sanpaolo.
L’accordo sottoscritto oggi, aggiunge il dirigente sindacale, “salvaguarda interamente i livelli retributivi di oltre il 95% dei lavoratori e definisce una normativa per la mobilità straordinaria che è sostenibile e transitoria. Inoltre, abbiamo raggiunto un importante obiettivo di tutela occupazionale, che abbiamo perseguito per mesi, garantendo la riassunzione a tempo indeterminato delle centinaia di lavoratori precari che erano in servizio nelle ex banche alla data dell'acquisizione”.
Tra gli obiettivi raggiunti con l’intesa, prosegue l'esponente Cgil: “Abbiamo conquistato un significativo aumento della contribuzione previdenziale, che a regime consentirà di costruire una dignitosa pensione integrativa per i più giovani. Già nei mesi scorsi, il sindacato di categoria aveva dato ampia prova del proprio senso di equilibrio con gli accordi che consentiranno l'uscita, attraverso un esodo volontario, di mille persone dalle ex banche e di 3.000 persone da Intesa Sanpaolo”.
Un accordo “che esprime la forza del sindacato confederale che ha sottoscritto un'intesa con grande senso di responsabilità e per questa via si è sottratto al rischio del corporativismo e della balcanizzazione fra le diverse anime aziendali. Voglio ringraziare la First e la Uilca per i risultati raggiunti. Infine, va rimarcata la sensibilità sociale della delegazione aziendale, il dottor Filosomi e la dottoressa Ordasso. Adesso tocca al gruppo Intesa Sanpaolo adoperarsi sul piano della integrazione e dell'organizzazione del lavoro, al fine di garantire la complessiva riuscita dell'operazione”, conclude il sindacalista.