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Crescono le preoccupazioni tra i 600 lavoratori del gruppo Qui!Group (leader in Italia nella gestione dei buoni pasto) finito in un vero e proprio ciclone con milioni di euro di debiti verso i creditori e un'indagine aperta dalla procura di Genova. Oggi, venerdì 27 luglio, sono in programma le assemblee con i sindacati nel capoluogo ligure.
"Siamo in allarme - ha detto al Secolo XIX Nicola Poli della Filcams-Cgil - e vogliamo capire come Qui! Group deciderà di andare avanti dopo che la Consip ha deciso di fermare tutte le gare per la fornitura di buoni pasto". Al momento, i sindacati fanno sapere che non risultano ritardi nei pagamenti degli stipendi e dei contributi previdenziali.
Intanto, anche il Comune di Genova, che era convenzionato con la società, ha preso alcune misure per tutelare i dipendenti, come avvenuto, per esempio, al Comune di Torino dove una delibera di giunta ha dato l’ok a un fondo aziendale per risarcire i lavoratori.
Sull'insolvibilità dei buoni era intervenuta nei giorni scorsi anche la Fp Cgil. “Prendiamo atto del fatto che il ministro Bongiorno abbia colto, dopo le nostre reiterate denunce, l’estrema urgenza dettata dalla insolvibilità dei buoni Qui! Ticket - ha scritto in una nota il sindacato dei lavoratori pubblici - Adesso ci aspettiamo atti coerenti e conseguenti”. La Fp Cgil rivendica quindi “atti che permettano alle lavoratrici e ai lavoratori interessati di rientrare in possesso di buoni pasto che siano effettivamente utilizzabili e, soprattutto, di ottenere il rimborso di quelli che sono tuttora in loro possesso”.
Per queste ragioni, aggiunge la categoria della Cgil, “serve un atto da parte del Ministero che acceleri il processo di restituzione ai dipendenti pubblici di quanto loro spetta. Così come c’è bisogno per un verso di fornire indicazioni chiare a quelle amministrazioni tuttora legate da un rapporto contrattuale con la Qui! Group e, per l’altro, di maggiori verifiche, per quanto riguarda le procedure per il prossimo appalto, sull’affidabilità delle imprese partecipanti”, conclude la Fp Cgil.