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Da ormai quattro anni attendono il contratto. Sono le migliaia di lavoratrici e lavoratori della grande distribuzione organizzata, che venerdì 22 dicembre scenderanno in sciopero a sostegno del rinnovo del ccnl delle imprese aderenti a Federdistribuzione e alla distribuzione cooperativa. L’astensione dal lavoro sarà di quattro ore, articolate a livello territoriale, mentre ulteriori quattro ore saranno effettuate entro il 6 gennaio 2018.
“Da quattro anni le aziende impongono unilateralmente l’applicazione di quello che a tutti gli effetti risulta essere un regolamento associativo, residuo del precedente ccnl Terziario, distribuzione e servizi, scaduto nel 2013”, afferma Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams Cgil nazionale: “L’associazione datoriale, disconoscendo quanto garantito da disposizioni costituzionali in materia, non solo si rifiuta di definire un ccnl di settore, tanto da aver cessato ogni trattativa, ma continua a rendersi indisponibile anche ad applicare il rinnovo del contratto nazionale Confcommercio del 2015, determinando per le lavoratrici e i lavoratori un danno sia dal punto di vista retributivo sia contributivo”.
Uguale è la preoccupazione anche per il contratto nazionale della Cooperazione, anch’esso scaduto da quattro anni. “Abbiamo esortato ancora una volta le imprese della distribuzione cooperativa a definire velocemente una soluzione negoziale per avere una cornice di riferimento utile ad affrontare le particolarità aziendali” continua Gabrielli, rimarcando che le cooperative “pretendono di trovare una mediazione tutta sbilanciata a favore delle imprese, partendo da un insostenibile arretramento dell’attuale disciplina del trattamento di malattia. Il nuovo contratto che vorrebbero le cooperative peggiorerebbe diritti e retribuzione a fronte di un aumento salariale complessivamente più basso di quello di Confcommercio”.
Ad aggravare ulteriormente la già difficile situazione contrattuale, ci sono anche le tante vertenze che coinvolgono i gruppi e le imprese del comparto distributivo. “Vertenze che vedono procedure di licenziamento collettivo, disdette dei contratti integrativi aziendali, oltre che l’adozione unilaterale di nuovi modelli organizzativi” conclude la segretaria generale della Filcams Cgil nazionale: “Tutte situazioni che, oltre ad avere determinato un preoccupante decremento occupazionale, hanno sancito un forte peggioramento delle condizioni di lavoro per decine di migliaia di lavoratori”.