LA CONTRATTAZIONE TRANSNAZIONALE

- Il protocollo sulla rappresentanza

- La nuova classe esplosiva

- Il secolo breve dei patti di sinistra




Dinanzi alle molteplici e radicali insidie che la globalizzazione pone ai diritti del lavoro e delle relazioni industriali, la prospettiva di una qualche forma di contrattazione collettiva sovranazionale diviene per i sindacati di tutto il mondo un’esigenza sempre più urgente e ineludibile. La diffusione di accordi di questo tipo, per quanto ancora circoscritta per diffusione e contenuti, costituisce una delle poche note incoraggianti in uno scenario di crisi perlopiù segnato da un’erosione, aggressiva e senza precedenti, dei diritti sociali e sindacali. I contratti transnazionali a livello aziendale di gruppo costituiscono un caso emblematico di quel diritto globale, oggi contrassegnato dalla proliferazione di attori e procedimenti alternativi a quelli tradizionali dell’hard law nazionale ed europeo.

In questo numero dei Quaderni si ragiona di questi argomenti col contributo di alcuni fra i maggiori esperti che si sono occupati del tema: Edoardo Ales, Anna Alaimo, Stefania Scarponi, Salvo Leonardi, Giuseppe Bronzini, Isabel da Costa, Udo Rehfeldt, Volker Telljohann, Giorgio Verrecchia, Luca Visentini e Marco Cilento. Analisi giuridiche si intrecciano con ricostruzioni sistematiche, passando in rassegna e classificando modelli e casi aziendali di accordi transnazionali di gruppo.

La dimensione internazionale e segnatamente europea delle nuove relazioni industriali si allarga, con un importante saggio in apertura, agli effetti della nuova governance europea sugli assetti nazionali della contrattazione collettiva e dei salari. Ne trattano diffusamente due studiosi tedeschi – Thorsten Schulten e Torsten Muller.

L’Italia, che pure ha condiviso un percorso ugualmente insidioso di radicale decentramento del suo sistema contrattuale, prova a invertire la rotta. E con l’accordo interconfederale del 31 maggio di quest’anno completa il disegno iniziato con il precedente del 28 giugno 2011, nel tentativo di rimodulare un’articolazione contrattuale che, insieme al primato del livello nazionale, valorizzi e chiarisca il nesso fra validità degli accordi ed effettività della rappresentanza maggioritaria di chi li sigla. Ne trattano Mimmo Carrieri, Umberto Romagnoli e Tiziano Treu, con un’intervista di Adolfo Braga al segretario della Cgil nazionale Vincenzo Scudiere.

Un saggio di Lorenzo Sacconi tratta di impresa socialmente responsabile e del rapporto fra essa, il sindacato e le istituzioni democratiche. Completano il numero le recensioni a confronto – a cura di Marcello Pedaci ed Emanuele Toscano – sul libro di Guy Standing Precari: la nuova classe esplosiva. Infine lo storico del sindacato Aldofo Pepe,si occupa del “secolo breve” dei partiti della sinistra italiana, fra il 1945 e il 1992.



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