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Una distesa di croci e lenzuoli bianchi: 140, ciascuno in ricordo di 10 morti. Poi tutti sotto ai teli, per dare vita ad un flash mob crudo ed efficace, che ha voluto parlare alle coscienze senza mezzi termini. Oggi, mentre il mondo ha conosciuto il malaffare nell'organizzazione e si decide il futuro del presidente Sepp Blatter, i sindacati mondiali ed europei delle costruzioni hanno rappresentato a Zurigo, davanti alla sede dell’assemblea Fifa, la strage di innocenti che si sta consumando nei cantieri degli stadi del mondiali di calcio Qatar 2022. Dalle 9 in centinaia si sono ritrovati sotto le bandiere della BWI e della FETBB (le federazioni mondiale ed europea degli edili) per protestare contro la Federazione che, sotto la guida di Blatter, continua a sfuggire alla propria responsabilità politica, cioè intervenire sugli organizzatori della coppa del mondo in Qatar e Russia per imporre condizioni decenti di lavoro e di vita dei lavoratori.
Erano presenti delegazioni da molti paesi, tra cui ricordiamo l’Italia, la Svezia, il Belgio, il Brasile, l’India, la Germania, la Corea, la Francia, l’Argentina, la Spagna.
“Con questa iniziativa chiediamo che la Fifa intervenga per eliminare dai cantieri dei mondiali schiavitù e morte" raccontano i segretari generali di Feneal Filca Fillea, Panzarella, Pesenti, Schiavella "e vogliamo che assuma un codice di sostenibilità nei contratti con i Paesi ospitanti, obbligandoli a rispettare i diritti umani dei lavoratori e a seguire gli standard internazionali, garantendo condizioni di lavoro decenti, salari adeguati e sicurezza.”
In Qatar sono al lavoro oltre un milione di operai che vivono “in condizioni disumane, affamati, assetati, con turni di 16 ore, esposti a temperature estreme, ammassati in alloggi fatiscenti, sottoposti alla kafala, sistema di reclutamento che di fatto li rende schiavi” proseguono Panzarella Pesenti Schiavella “a quasi cinque anni dall’apertura dei cantieri, il conto dei morti è terrificante: 1.400, almeno 400 per incidenti diretti, il resto per infarto e suicidio: ad oggi ogni partita di quei mondiali costa 62 vite umane. In questi anni ci siamo mobilitati per spingere la Fifa ad intervenire sul governo del Qatar. Ma la Fifa non ci ha mai risposto, forse troppo impegnata a fare affari. Ci auguriamo che il nuovo presidente ed il nuovo corso della Fifa finalmente prendano una decisione ferma: o cambiano le cose o vanno revocate le assegnazioni dei mondiali”.
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