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A piazza Montecitorio, questa mattina erano in tanti, provenienti da tutta Italia. C’era chi non riceve lo stipendio da diversi mesi a causa di società inadempienti come i lavoratori della Campania dipendenti del consorzio Manital la cui soluzione del problema non è più rinviabile, chi sa già che rimarrà escluso dall’internalizzazione e chi vedrà trasformarsi il contratto da full time a part time, con una considerevole diminuzione dell’orario e dello stipendio. In alcuni frangenti gli animi si sono scaldati, perché la tensione è ormai alle stelle.
Durante il presidio delle lavoratrici e dei lavoratori degli appalti delle pulizie delle scuole coinvolte nel processo di internalizzazione del servizio, i rappresentanti sindacali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti sono stati ricevuti dai rappresentanti del governo. Ma di risposte concrete non ce ne sono, se non l’impegno ad aprire un confronto interministeriale coinvolgendo il Ministero del Lavoro, Ministero dell’Istruzione e dell’economia.
“L’internalizzazione del servizio di pulizia delle scuole, prima in appalto a società esterne, è un percorso positivo, che finalmente dà risposte a tanti lavoratori dopo anni di sacrifici e battaglie, ma deve essere per tutti”. E' quanto afferma la Filcams Cgil in una nota,
Dopo la procedura di selezione online sono state valutate idonee 12.977 domande: 12.977 persone avranno diritto ad entrare, ma le procedure di licenziamento avviate dalle società coinvolgono 16.263 lavoratori. Questo, per il sindacato, “vuol dire che ad oggi, se non ci saranno interventi di modifica, 3.255 resteranno fuori e, secondo i dati presentati, 4.700 saranno assunte a part time”. “Non siamo d’accordo la risposta deve essere per tutti - ha affermato Cinzia Bernardini, segretaria nazionale della Filcams Cgil intervenuta in piazza a margine dell’incontro - non ci possono essere i buoni e i cattivi, chi verrà licenziato, chi entra a full time e chi a part time e vedrà ridursi lo stipendio. È indispensabile l’impegno di tutti per trovare risorse economiche aggiuntive, perché il taglio dei 170 milioni del progetto Scuole belle ha queste conseguenze”.
“Questa è una battaglia che le lavoratrici e i lavoratori portano avanti da tanti anni, con la fatica, impegno e lotte e per questo che non ci fermeremo - ha concluso - fino a quando non saranno trovate soluzioni occupazionali e di reddito per tutti.”