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Dall’inizio dell’anno senza stipendio: sono le oltre cento educatrici “a partita Iva” che si occupano di assistenza specialistica negli istituti superiori della Bat (Barletta, Andria e Trani) e che operano vicino agli studenti disabili. La situazione è stata più volte denunciata da Nidil al presidente della provincia, Nicola Giorgino, e al dirigente del settore, ai quali è stato chiesto un incontro urgente nel quale discutere del futuro e delle modalità di svolgimento del servizio, oltre che per sollecitare il pagamento delle retribuzioni arretrate, fermo a gennaio. Ma sino ad ora dall’ente non è arrivata alcuna risposta e intanto queste professioniste sono lasciate nel limbo dell’incertezza.
Le educatrici svolgono un servizio importantissimo negli istituti superiori, dunque di competenza provinciale. Peccato che dopo la legge Del Rio, la cosiddetta “svuota Province”, la stessa sia passata in capo alle Regioni; la Puglia l’ha affidata ancora alle province in attesa di prendere decisioni definitive in merito. Nonostante il balletto di competenze queste lavoratrici hanno continuato a svolgere il proprio lavoro ma del pagamento delle fatture emesse per le loro prestazioni neanche l’ombra.
“Come se non bastasse la situazione kafkiana in cui si trovano queste lavoratrici, registriamo anche il silenzio tombale della Provincia, che non solo non provvede al pagamento degli arretrati (giustificando il ritardo o con la mancanza di finanziamenti o per problemi di natura tecnica), ma latita rispetto alle nostre richieste d’incontro. L’intesa raggiunta con Giorgino era quella di sederci attorno ad un tavolo per fare il punto della situazione e studiare modalità contrattuali alternative alle partite Iva che di fatto si configurano come false partite Iva!”, spiega Daniela Fortunato, segretaria generale Nidil Cgil Bat,
“Con il presidente vorremmo discutere anche del futuro del servizio alla luce delle decisioni della Regione prima della pausa estiva per farci trovare preparati al suono della campanella del prossimo anno scolastico. Se non ci sarà a breve un riscontro alle nostre lettere di incontro, nei prossimi giorni ci riuniremo in assemblea con queste lavoratrici per valutare iniziative da mettere in campo affinché dall’ente ci facciano sapere qualcosa. Non possiamo tollerale un simile silenzio se in ballo ci sono i diritti di lavoratori che, peraltro, dopo aver garantito la prestazione lavorativa e il servizio da ben 6 mesi non ricevono quel pur esiguo compenso in grado di garantire un loro pur minimo sostentamento economico e i diritti dei ragazzi che hanno bisogno di assistenza specialistica", conclude il segretario generale della Cgil Bat, Giuseppe Deleonardis.