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La riforma della pubblica amministrazione arriva al traguardo con i cinque decreti approvati nella serata del 23 febbraio in Consiglio dei ministri, in via preliminare. Protagonista dell'ultimo "pacchetto" è la riforma degli statali, definita dalla ministra della Pa, Marianna Madia, il "miglior biglietto da visita" per il rinnovo del contatto dei dipendenti pubblici. In ballo ci sono 1,2 miliardi e altrettanti dovrebbero arrivare con la prossima legge di bilancio. Ora spiega la ministra, "sono pronta" a riaprire la stagione contrattuale ferma da diversi anni", ben sette.
Tra i ritocchi dell'ultimo minuto ai testi compare anche una clausola che fa chiarezza sulle conseguenze dei licenziamenti illegittimi. È confermata la reintegra, come nel "vecchio" articolo 18, definendo così la questione dopo le novità delle legge Fornero e del Jobs Act. Su un aspetto però ci si allinea al tetto massimo del privato: il risarcimento non potrà superare le 24 mensilità.
“Con l’approvazione del Testo Unico del pubblico impiego si è conclusa una prima fase. Ora chiediamo alla ministra Madia di proseguire al più presto il confronto per completare quelle parti che abbiamo ritenuto insufficienti, perché siamo convinti che la scelta di puntare sulla contrattazione e su nuove relazioni sindacali, come leva per rinnovare la pubblica amministrazione, sia un fattore essenziale e debba essere inserito compiutamente nel Testo Unico. Era questo il cuore dell’accordo del 30 novembre su cui si era impegnato il governo”. Così in una nota unitaria hanno commentato i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Franco Martini, Maurizio Bernava e Antonio Foccillo.
“Condividiamo alcuni obiettivi come l’avvio del superamento del precariato, lo sblocco della contrattazione di secondo livello, l’inizio del riequilibrio fra legge e contratto e una prima apertura sulle materie da devolvere alla contrattazione”, sottolineano i dirigenti sindacali. “Per iniziare realmente la fase dei rinnovi dei contratti pubblici – concludono Martini, Bernava e Foccillo – chiediamo al governo di inviare immediatamente la direttiva all’Aran, come già annunciato dalla ministra Madia, in modo che si possano avviare le trattative per la definizione dei contratti di circa tre milioni di lavoratori pubblici”.