PHOTO
Dopo un primo periodo di sperimentazione scatta ora la seconda fase progettuale della sinergia tra Inail, Inca e Anci mirata a prevenire e gestire i possibili rischi lavorativi dei dipendenti di alcuni Comuni della regione Umbria, in particolare del personale a diretto contatto con il pubblico, sottoposto anche al potenziale rischio di aggressioni fisiche e/o verbali, con specifica attenzione alla maggiore esposizione delle donne.
Il progetto – denominato “Io e gli altri” - avviato nei primi mesi del 2017 si declina con le seguenti attività: sensibilizzazione nei confronti dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei componenti i Servizi di prevenzione e protezione, RSPP e RLS, sui possibili rischi connessi ai rapporti di lavoro con il pubblico; realizzazione di un “vademecum” per affrontare con consapevolezza i rischi da aggressione e creazione di una piattaforma web dedicata; formazione specifica di 12 ore; individuazione di un modello sperimentale ed innovativo di gestione delle relazioni lavorative per la prevenzione dei rischi, da estendere a tutti i Comuni della regione.
La prima fase di sperimentazione, da poco conclusasi, ha visto il coinvolgimento dei Comuni di Bastia Umbra, Bettona, Bevagna e Narni ed ha interessato circa 250 lavoratori; la fase attuale è destinata ad alcuni Comuni di media dimensione, quali Foligno, Torgiano, Marsciano, Orvieto e Gubbio. Seguirà la presentazione dei risultati e del modello di gestione del rischio individuato, che potrà essere foriero di ricadute positive nei confronti dell’utenza e migliorare i servizi al cittadino.
Per Alessandra Ligi, direttore regionale Inail Umbria, “i risultati della prima fase sono stati incoraggianti e si è registrato grande interesse da parte dei lavoratori dei Comuni coinvolti ed apprezzamento dei componenti dei Servizi di Prevenzione e Protezione delle stesse Amministrazioni per il tipo di strumento realizzato, volto a migliorare il processo di valutazione dei rischi”.
Per Anna Rita Manuali, coordinatrice regionale del patronato Inca Cgil Umbria, “l’esperienza, unica per il suo modello, è pienamente soddisfacente. Con il progetto - spiega Manuali - abbiamo avuto la possibilità di proporci non più quali 'terminali' a cui rivolgersi per la soluzione dei problemi, ma come soggetto promotore di strumenti di prevenzione e gestione di possibili rischi lavorativi”.
Il segretario generale di Anci Umbria, Silvio Ranieri si dichiara anche lui "pienamente soddisfatto" per la partecipazione, nutrita ed interessata, dei lavoratori delle amministrazioni. “Considerato il successo riscosso in questa prima fase - prosegue il segretario - non si esclude che possa diventare un progetto pilota per altri Comuni italiani. Il modello sperimentale di gestione delle relazioni negli ambienti di lavoro si pone l’importante obiettivo di migliorare le capacità relazionali, interne ed esterne, dei lavoratori. E sappiamo quanto sia essenziale per il benessere psico-fisico delle persone creare luoghi di lavoro sani, con conseguenti benefici anche per gli utenti. Abbiamo iniziato con un campione significativo di Comuni e dipendenti, per raggiungere, a regime, un totale di circa 800 lavoratori entro il 2019”.