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“Un risultato storico. Un contratto che dà più diritti e archivia la legge Brunetta”. Così la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, commenta la sigla della pre intesa per il rinnovo del contratto degli statali, aggiungendo che “dopo oltre nove anni finalmente restituiamo un contratto nazionale ai lavoratori pubblici, il primo che sottoscriviamo è quello delle Funzioni centrali che riguarda i lavoratori dei ministeri, delle agenzie e degli enti pubblici non economici”. Si tratta, aggiunge, “di quasi 250 mila lavoratrici e lavoratori a cui estendiamo diritti, in particolare su permessi e congedi dove introduciamo tutele importanti, sia per l’espletamento di visite, terapie ed esami diagnostici sia alle donne vittime di violenza alle quali, dopo i tre mesi di congedo previsti dalla legge, il contratto garantisce altri tre mesi di aspettativa. Si estendono, inoltre, le norme sul diritto allo studio includendo i lavoratori a termine e riconoscendo anche il diritto a svolgere la formazione prevista da albi o ordini, si potenzia e si rende più esigibile la formazione e si introduce il libretto formativo”.
Nel merito, continua Sorrentino: “Norme di civiltà sono quelle che estendono i diritti civili e introducono tutele per lo stress lavoro correlato e i fenomeni di burn out. Mantenute le tutele previgenti a partire dall’articolo 18 e l’orario di lavoro a 36 ore e ridotta la precarietà. Più poteri vengono riconosciuti alla contrattazione, soprattutto di posto di lavoro, sulla scia di quanto definito nell’accordo del 30 novembre e ci sottraiamo al ricatto degli atti unilaterali ridando la titolarità alla contrattazione. Cambiano i sistemi di valutazione, scompaiono le fasce brunettiane, si amplia la partecipazione sindacale”. Questo contratto, osserva la segretaria generale della Funzione pubblica Cgil, “restituisce flessibilità al sistema della contrattazione decentrata soprattutto con la semplificazione della costituzione e utilizzo dei fondi. Nei prossimi giorni si dovrà riscrivere l’ordinamento professionale e armonizzare il regime di tutela della previdenza complementare”. Quanto ai tempi, fa sapere Sorrentino, “questo contratto avrà vigenza 2016/2018, scelta questa che ci consente di avvicinare il prossimo rinnovo contrattuale, così da aumentare gli effetti di incremento sui salari. Per questa ragione gli aumenti contrattuali a partire dagli 85 euro medi mensili andranno a consolidare il trattamento fondamentale”.
Per quanto riguarda i prossimi passaggi, Sorrentino afferma: “Adesso daremo avvio alla consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto. In questa stagione nella quale il lavoro è ancora sotto attacco, aver rinnovato un buon contratto, acquisitivo, innovativo e che garantisce un sistema di relazioni sindacali rinnovato e più forte, rappresenta un contributo importante per tutte le lavoratrici e lavoratori. Adesso auspichiamo che in tempi celeri si produca un risultato analogo per la sanità e per le funzioni locali così da garantire a tutte le lavoratrici e lavoratori pubblici il contratto nazionale di lavoro”. Per la dirigente sindacale “c’è ancora molta strada da fare, questo contratto segna un punto di svolta ma la tutela salariale, il rafforzamento della contrattazione e la valorizzazione professionale sono obiettivi che tracciano già il percorso che guarda alla riapertura del confronto con le amministrazioni andando verso il contratto nazionale 2019/2021. Il merito di questo risultato è della tenacia delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici che si sono mobilitati in questi anni per arrivare a questo risultato”, conclude Sorrentino.
“Un primo e importantissimo risultato per la stagione contrattuale del pubblico impiego, inaugurata con l'accordo del 30 novembre 2016”. Così il segretario confederale della Cgil Franco Martini commenta l'intesa siglata questa notte all'Aran. “Con questo accordo - spiega il dirigente sindacale - vengono raggiunti i due principali obiettivi alla base del negoziato: l'incremento medio salariale di 85 euro per l'intero comparto, senza che ciò vanifichi il bonus degli 80 euro deciso dal governo Renzi, e l'avvio del processo di rilancio della contrattazione, mortificata dal primato della legge, sulle materie inerenti la condizione e l'organizzazione del lavoro e da quasi dieci anni di blocco dei rinnovi contrattuali”. Inoltre, prosegue Martini “con questo contratto le lavoratrici ed i lavoratori, con le loro rappresentanze unitarie, tornano a essere protagonisti dei necessari processi di innovazione della Pubblica Amministrazione, nella valorizzazione delle professionalità e nella qualificazione delle condizioni di lavoro”. “Si tratta, adesso - conclude il segretario confederale - di trarre impulso da questo importante accordo, per procedere rapidamente al rinnovo degli altri contratti, relativi a tutti i comparti Pubblici, Sanità, Funzioni locali, Istruzione e Ricerca”.
I punti principali dell'intesa
Raggiunto l’obiettivo di erogare per il 2018 aumenti retributivi a partire da 85 euro mensili, salvaguardato il bonus di 80 euro, su tutto il nuovo comparto delle Funzioni Centrali (Ministeri, Epne e Agenzie Fiscali), arriveranno gli arretrati del 2016 e 2017 e ripartirà la contrattazione per il trattamento accessorio.
Realizzato un reale e visibile aumento dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori con un avanzamento complessivo degli istituti dei rapporti di lavoro: permessi, congedi, ferie, malattie, ecc.
Ridotta la precarietà: prodotta una regolamentazione delle forme di rapporto di lavoro flessibile. Il normale rapporto di lavoro nella pubblica amministrazione è a tempo indeterminato mentre le forme di rapporto di lavoro flessibile saranno due: il tempo determinato e la somministrazione
Chiusa definitivamente l’era Brunetta per quanto riguarda la contrattazione, diventa centrale e imprescindibile il ruolo negoziale delle Rsu
Introdotto un nuovo sistema di relazioni sindacali come strumento effettivo di applicazione e attuazione degli istituti contrattuali definiti dal contratto: torna la contrattazione e ci sono più poteri demandati alle Rsu
Nuovo ordinamento professionale: a lavoro da subito una commissione che dovrà immediatamente produrre un corretto inquadramento, nuove regole per le progressioni, il riconoscimento pieno delle professionalità e delle competenze
Confermate le 36 ore per l’orario di lavoro. Introdotta una buona flessibilità di orario che risponde alle esigenze dei lavoratori, accrescendo allo stesso tempo la qualità dei servizi. Regolate anche questioni importanti come la pausa esigibile, diritto delle lavoratrici e dei lavoratori
Escluso il Jobs Act dal contratto, a partire dal mantenimento dell’articolo 18.