“La relazione della Corte dei Conti sul costo del lavoro pubblico non fa che confermare quanto sostenuto dalla Cgil negli ultimi anni: i tagli lineari del governo Berlusconi sono sbagliati, perché riducono indiscriminatamente i servizi e non sono selettivi”. Lo sostiene Nicola Nicolosi, della segreteria confederale Cgil con delega ai problemi del pubblico impiego. Che aggiunge: “Il blocco della contrattazione sta inoltre determinando una pesante perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni dei lavoratori pubblici, che sono chiamati a sopperire alle tante assenze determinate dal blocco delle assunzioni che colpisce giovani e lavoratori precari”.

“Il giudizio della Corte sulla recente intesa sul lavoro pubblico firmata da tutti i sindacati e da tutte le istituzioni pubbliche ci sembra un fatto politico – continua Nicolosi –, non tiene però conto dei suoi reali contenuti. L’intesa considera strategici innanzitutto l’efficienza e il rilancio delle amministrazioni pubbliche centrali, regionali, locali e della conoscenza per una nuova qualità che deve avere al centro il lavoro pubblico. In questo ambito che scommette sulle performance organizzative delle amministrazioni per le quali l’innovazione ha bisogno anche di investimenti, trova spazio, in un sistema di relazioni sindacali che vige in tutto il mondo del lavoro, la stessa produttività individuale che oggi non trova applicazione in nessuna amministrazione pubblica a causa di una misura, quella prevista dalla legge Brunetta, che si applicherebbe comunque a una esigua minoranza di lavoratori pubblici e che prevede a monte che il 25 % dei lavoratori sia improduttivo”.
 
“Nel rapporto della Corte dei Conti viene invece anche sottolineato il costo economico degli strumenti della libertà sindacale che oggi permettono alle organizzazioni dei lavoratori di esercitare le prerogative definite dall’articolo 39 della Costituzione – conclude Nicolosi –, si tratta di strumenti che con diverse modalità esistono nel mondo del lavoro pubblico e privato e che garantiscono diritti costituzionali per i lavoratori e per la libertà sindacale”.