Sono 2.200 le lavoratrici e i lavoratori delle cinque amministrazioni provinciali delle Marche e da troppo tempo vivono una situazione di incertezza e disorientamento. “La spesa inutile per eccellenza, e quindi da tagliare – osserva in una nota per la stampa Alessandro Pertoldi, segretario generale Funzione pubblica Cgil regionale –, viene ritenuta, in modo demagogico, quella relativa alle Province, senza che sia stata elaborata una strategia per affrontare in maniera adeguata il tema del complessivo riassetto del territorio, senza cioè ridisegnare funzioni e competenze dell'intero sistema sub regionale”.

“In primis andrebbe affrontato, invece, il tema del riordino degli enti strumentali, agenzie, società partecipate e consorzi non strettamente collegati alle funzioni istituzionali, una miriade di società partecipate che esercitano impropriamente le funzioni che la Costituzione assegna alle autonomie territoriali”.
Il disegno di legge 1542, approvato in prima lettura dalla Camera, ora al vaglio del Senato, sancisce l’esistenza di un livello di area vasta. “È necessario ora salvaguardare i princìpi sanciti dal protocollo sottoscritto a novembre 2013 da governo, Regioni, Anci e organizzazioni sindacali – prosegue Pertoldi –, relativamente alla salvaguardia dei livelli occupazionali”.

“Restano comunque le criticità del disegno di legge, conseguenza diretta dell’assenza di un disegno organico, concernente la redistribuzione delle funzioni oggi in capo alle Province. Si rimanda infatti a successive leggi statali e regionali che, secondo le rispettive competenze, sono chiamate a ridefinire ‘chi fa cosa’, in assenza, quindi, di una uniformità nazionale sulle funzioni dell’ente di area vasta che sarebbe invece necessaria, in particolare per garantire livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio a partire dai Centri per l’impiego”.

“È evidente – dice ancora il segretario della Fp Cgil Marche – che il processo di riordino delle amministrazioni coinvolge direttamente il tema della gestione del rapporto di lavoro del personale interessato per quanto riguarda la collocazione occupazionale e la valorizzazione della professionalità. Siamo perciò impegnati unitariamente a promuovere una forte azione negoziale affinché i lavoratori, attraverso le loro rappresentanze, possano essere protagonisti nei processi di riorganizzazione derivanti dai percorsi di riordino istituzionale che riguardano anche i Comuni”.

“Va quindi rafforzato il sistema di relazioni sindacali individuando non solo un livello di confronto con la Regione Marche – è la conclusione – ma anche livelli di confronto territoriale che vedano il pieno coinvolgimento delle Rappresentanze sindacali unitarie elette dai lavoratori. L’obiettivo prioritario resta la salvaguardia dei livelli occupazionali e dei livelli retributivi”.