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Stato di agitazione di tutto il personale di Province e Città metropolitane con in programma iniziative di mobilitazione in tutti i territori. A dichiararlo sono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl nel denunciare “la profonda difficoltà finanziaria in cui versano” questi enti che sta determinando “una situazione di estrema criticità nell'erogazione dei servizi offerti, alla quale si aggiungono le condizioni di notevole precarietà che sta vivendo il personale impiegato in tali servizi, penalizzato pesantemente, anche da un punto di vista salariale, dalla scure di tagli succedutisi negli ultimi anni”.
I sindacati puntano il dito contro il decreto Enti locali (50/2017) che, affermano, “doveva essere l'occasione per mettere Province e Città metropolitane nelle condizioni di poter finanziare i servizi fondamentali dopo i numerosi tagli che si sono susseguiti negli ultimi anni”. Al contrario, proseguono, “lo stanziamento dei 110 milioni di euro a fronte dei 650 milioni necessari certificati da Sose (Soluzioni per il Sistema Economico), comporterà in alcuni casi il protrarsi di situazioni insostenibili sul versante del mantenimento dei servizi, in altri non basterà ad evitare il dissesto degli Enti”.
Per queste regioni, continuano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, “abbiamo proclamato lo stato d'agitazione di tutto il personale di Province e Città metropolitane, con l’obiettivo di modificare il testo del decreto, in modo particolare, in merito alle necessarie garanzie sul mantenimento dei servizi e a modificare l’ammontare delle risorse stanziate”. Tanti, fanno sapere i sindacati, “sono gli enti che non riescono più a garantire la manutenzione ordinaria di strade e scuole e tanti sono gli enti in ritardo con il pagamento degli stipendi. Moltissimi enti, infine, versano in condizioni gravissime così come - concludono - è necessario estendere le norme sullo sblocco del turn over anche a Province e Città metropolitane”.