Con 140 voti favorevoli, 116 contrari e 11 astenuti il Senato ha approvato nella serata del 9 febbraio il decreto legge sulla Protezione Civile e le emergenze rifiuti e Abruzzo. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera.

Tra le novità, la costituzione della Protezione Civile Servizi spa per “garantire economicità e tempestività” agli interventi e per lo svolgimento delle funzioni strumentali. La società per azioni potrà assumere partecipazioni, detenere immobili ed esercitare ogni attività strumentale connessa o accessoria ai suoi compiti istituzionali, oltre a diventare l'organismo che vigilerà sull'attività della Croce Rossa. Quella che nascerà sarà una società per azioni a capitale interamente pubblico e in capo alla presidenza del Consiglio e potrà stabilizzare il personale con contratto di collaborazione per una spesa complessiva di 8,02 milioni di euro.

Tra gli altri contenuti del decreto: la nascita del commissario straordinario per gestire l'emergenza carceri con poteri che oltrepasseranno quelli delle amministrazioni locali sui siti in cui costruire i nuovi istituti di pena; la fine della dichiarazione di stato di emergenza per la gestione rifiuti in Campania; la decisione di trasferire entro il 31 dicembre 2011 la proprietà del termovalorizzatore di Acerra a soggetti pubblici o privati: se pubblico, dovrà corrispondere alla parte venditrice il corrispettivo stabilito con una perizia dall'Enea, diminuito del canone d'affitto;  il presidente della Regione Abruzzo assumerà l'incarico di Commissario delegato per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma a decorrere dal primo febbraio e per l'intera durata dell'emergenza.

“Non è la prima riforma della Protezione civile da parte di questo governo – commenta la segretaria confederale della Cgil, Paola Agnello Modica –. Avevano dato un primo assaggio già nel 2001, con un intervento che allargò enormemente lo spazio di intervento della vecchia Protezione civile. Oltre agli interventi legati alle calamità naturali, si introdusse da allora il concetto di grande evento. Così la Protezione civile di Bertolaso è stata legittimata a intervenire in tutti gli eventi importanti, dal G8, ai Mondiali di nuoto, passando per le commemorazioni di Padre Pio”. Il fatto preoccupante della “riforma” sta anche nel concetto di emergenza socioeconomica. Non si tratta più infatti di intervenire (con deroghe anche alla prassi normale) in caso di terremoti, alluvioni o altre calamità naturali. Si tratta piuttosto di chiedere alla Protezione civile di occuparsi anche di emergenze “socio-economiche”, termine dietro il quale si può nascondere di tutto.

Un’altra modificazione strisciante (ma già in vigore con il decreto legge del dicembre scorso) riguarda il concetto di verticalità dei poteri interni alla Protezione Civile. Prima della “riforma”, infatti, la Protezione civile si basava su una organizzazione “circolare” (il livello nazionale, il livello regionale e il livello territoriale). Un’organizzazione circolare che risultava funzionale alla missione stessa della Protezione civile che per definizione deve stare nel territorio e deve saper far dialogare le istanze locali con quelle nazionali e nello stesso tempo mettere in comunicazione - in tempi rapidi (o perfino in tempo reale) le indicazioni dei responsabili nazionali con quelle dell’organizzazione periferica. Con la riforma si accentra invece tutto il potere nelle sole mani del capo. Tutto deve far capo appunto a Bertolaso che con la doppia riforma (quella del 2001 e quella in corso di definizione) ha visto aumentare a dismisura i suoi poteri diretti e indiretti.