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“La sentenza sui riti abbreviati conferma l’impianto accusatorio emerso dall’indagine della Dda e, in particolare, l’esistenza di un’associazione mafiosa di natura autonoma, fortemente radicata, che operava in diverse province emiliane. È un fatto rilevante che avrà sicuramente riflessi anche sul procedimento in corso a Reggio Emilia”.
I segretari di Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia Romagna, Vincenzo Colla, Giorgio Graziani e Giuliano Zignani, commentano così la conclusione a Bologna del processo in rito abbreviato di Aemilia (71 imputati tra cui quasi tutti i punti di riferimento della ’ndrangheta emiliana legata alla cosca Grande Aracri), che il 22 aprile ha comminato 58 condanne per un totale di 305 anni (12 le assoluzioni e un proscioglimento). “Il tema del lavoro e dei diritti sottratti alle lavoratrici e ai lavoratori dall’organizzazione ’ndranghetista – proseguono i tre sindacalisti – emergono con nettezza. È anche significativo che siano state riconosciute la sussistenza e l’attualità del reato di caporalato nel territorio emiliano, aggravato dall’utilizzo del metodo mafioso”.
Già l’ordinanza ammissiva delle costituzioni di parti civili delle organizzazioni sindacali, a giudizio di Colla, Graziani e Zignani, aveva riconosciuto il protagonismo del sindacato nel contrasto all’illegalità e alla criminalità organizzata. “La sentenza dà ancora più forza alle ragioni delle organizzazioni sindacali e alla scelta di stare dentro il processo per proseguire, anche in quell’importante contesto, la battaglia contro il crimine organizzato e il suo tentativo di penetrare l’economia legale, di ledere profondamente i diritti dei lavoratori, con gli effetti devastanti che sia l’indagine che il processo hanno messo in evidenza”.
La sentenza di Bologna ha confermato quello che i sindacati sostengono da tempo, e cioè che le rappresentanze del lavoro, oltre che le lavoratrici e i lavoratori in quanto tali, sono stati tra i soggetti maggiormente danneggiati dalle infiltrazioni criminali in ambito regionale. “Il nostro impegno come parti civili – concludono i tre leader di Cgil, Cisl e Uil regionali – prosegue ora nel dibattimento in corso a Reggio Emilia. Ancora oggi si è dimostrato che la ’ndrangheta e ogni altra forma di criminalità organizzata può essere sconfitta. Dobbiamo far sì che questa capacità di reazione si esprima appieno nell’impegno quotidiano messo in campo dalle istituzioni e dall’insieme della società civile a ogni livello e in ogni istanza”.