Sarà il comune di San Costantino Albanese, nel cuore del parco nazionale del Pollino, ad ospitare quest’anno la festa regionale del 1° maggio, organizzata come da tradizione da Cgil Cisl Uil di Basilicata. Il programma della manifestazione è stato illustrato stamane durante una conferenza stampa davanti ai cancelli della Ageco, nella zona industriale di Tito, dai segretari generali Angelo Summa, Enrico Gambardella e Carmine Vaccaro alla presenza dei familiari e degli amici di Antonio Caggianese, morto tragicamente proprio alla Ageco a fine febbraio. I tre leader sindacali hanno stigmatizzato la scelta dell’azienda di non interrompere le attività durante la conferenza stampa come sollecitato dai sindacati. In apertura di conferenza è stato osservato un minuto di silenzio in ricordo di tutti i caduti sul lavoro.
Nel piccolo centro della Val Sarmento sono attesi circa un migliaio di manifestanti provenienti da ogni angolo della regione. Per l’occasione i sindacati confederali hanno organizzato numeri bus dai vari territori per garantire la più ampia partecipazione all’evento. Il programma della giornata prevede il concentramento dei manifestanti in Piazza Europa alle 10, un breve corteo per le vie del paese accompagnato dalla banda musicale dei comuni del parco nazionale e il comizio finale dei tre segretari generali Angelo Summa, Enrico Gambardella e Carmine Vaccaro in Piazza Unità d’Italia.
Primo maggio all’insegna della musica, invece, a Matera, dove Cgil Cisl Uil hanno organizzato, insieme al coordinamento delle 31 associazioni aderenti alla marcia per la cultura e il lavoro, un concerto in Piazza Vittorio Veneto, dalle 16 alle 24, per porre l’attenzione sull’importanza strategica della cultura come motore per lo sviluppo del territorio materano, lucano e murgiano e per continuare l’azione sui contenuti legati al futuro della capitale europea della cultura 2019. Altre iniziative locali sono in programma, nel materano, a Irsina e Montescaglioso.
“Sicurezza: il cuore del lavoro” è il tema scelto a livello nazionale da Cgil Cisl Uil per celebrare la festa dei lavoratori, un tema che in Basilicata si carica di un significato particolare alla luce dei recenti fatti di cronaca che hanno funestato il mondo del lavoro lucano, con la morte di due giovani lavoratori: Antonio Caggianese alla Ageco di Tito il 26 febbraio e Carmine Picerni alla Dalmine Logistic Systems il 17 aprile. I sindacati confederali, nel ribadire le ragioni alla base del recente sciopero generale, rivendicano più controlli nelle aziende, più risorse e una legge regionale sulla prevenzione degli infortuni "per non morire di lavoro".
In occasione del 1° maggio Cgil Cisl Uil intendono anche riaccendere i riflettori sulle aree interne della regione e sulle politiche per lo sviluppo economico e sociale delle piccole comunità locali. Si spiega così la scelta dei sindacati confederali di tenere la manifestazione regionale proprio a San Costantino Albanese, nel parco nazionale del Pollino, la più grande area protetta d’Italia e una delle più estese d’Europa, un territorio dalle straordinarie potenzialità ma alle prese con le problematiche tipiche delle aree interne: disoccupazione, povertà, carenza di infrastrutture e servizi pubblici, scarsità di capitale sociale, spopolamento.
“La scelta di tenere la festa del 1° maggio a San Costantino Albanese - spiegano i segretari generali di Cgil Cisl Uil, Angelo Summa, Enrico Gambardella e Carmine Vaccaro - corrisponde ad una visione strategica che vede le aree interne come motore possibile di sviluppo e luogo di un nuovo connubio tra i concetti di cittadinanza, solidarietà e ritorno alla comunità quale elemento centrale. Le aree interne, quindi, vanno viste come reale fucina di sperimentazione di un nuovo concetto di cittadinanza 4.0 in cui diritti, lavoro, solidarietà costituiscono la vera spina dorsale del sistema sociale territoriale. In tal senso il tema della coesione territoriale - continuano i tre leader sindacali - incrocia l’idea di un nuovo modello di sviluppo centrato sulle specifiche vocazioni materiali e immateriali dei territori e in grado di non disperdere ma, anzi, valorizzare, la dimensione comunitaria e l’identità culturale”.