Fp Cgil, Cisl Fps, Uil Pa, Confsal Unsa di Catania hanno dichiarato lo stato di agitazione del personale dell’amministrazione civile del ministero dell’Interno, in servizio presso la prefettura di Catania. Per i rappresentanti delle quattro sigle sindacali, i segretari Gaetano Agliozzo, Armando Coco, Armando Algozzino e Francesco Cavallaro, “non sussistono più le condizioni per proseguire le relazioni sindacali con la rappresentanza pubblica, vista l'assenza di corrette e significative modalità di relazione improntate al rispetto sostanziale dei rapporti sindacali”.
Secondo gli esponenti dei lavoratori, infatti, i provvedimenti riorganizzativi dell’amministrazione prefettizia riguardanti temi chiave, quali la mobilità, il reclutamento per i servizi e la partecipazione ai corsi di aggiornamento “non rispondono più agli accordi e alle intese sindacali che hanno consentito, sin qui, il rispetto delle regole di relazione e contribuito al mantenimento di un clima sereno tra i lavoratori e una proficua organizzazione del lavoro, compatibilmente con le risorse disponibili”.
Nella riunione del 24 gennaio scorso, le quattro sigle hanno espresso il malcontento dei lavoratori, denunciato dall’assemblea unitaria, ma anche “l’inadeguatezza e la non rispondenza degli atti interni di organizzazione, l’esigenza di ottimizzazione delle attività, in relazione al costante decremento delle risorse umane ed economiche, l'inutilità di proseguire il confronto sulle problematiche poste all’ordine del giorno”. Fra questi, gli archivi unici (“una sovrastruttura organizzativa non ancorata alla realtà, con la principale finalità di riversare sugli operatori amministrativi eventuali responsabilità di gestione”), la tardiva convocazione per il 'reclutamento' del gruppo di supporto del servizio elettorale, e il più recente provvedimento di 'mobilità' che ha interessato lo scambio di due ausiliari.