È riconosciuto come uno degli enti di ricerca più virtuosi del nostro paese. Ha avuto un ruolo importante, ad esempio, nelle scoperte del bosone di Higgs (noto come "particella di Dio") o delle onde gravitazionali. Eppure, l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) è segnato da precariato e bassi salari. E i lavoratori hanno detto basta, convocando per oggi (giovedì 30 marzo) a Roma una manifestazione sotto la sede dell'Istituto (in piazza dei Caprettari), a partire dalle ore 10, in concomitanza della riunione del Consiglio direttivo.

"Il mondo c'invidia i nostri ricercatori, tanto da offrire loro ruoli di primo piano in tutti i laboratori scientifici internazionali" afferma Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil: "I due più importanti centri di ricerca europei, come il Cern di Ginevra e il Gsi di Francoforte, sono rispettivamente diretti da Fabiola Gianotti e Paolo Giubellino, due scienziati dell’Infn che sono l’orgoglio dell’Istituto e di tutto il nostro Paese". Perché, allora, la comunità scientifica ha deciso di protestare sotto la presidenza dell’Infn? "C’è un problema di salari e precariato che questi scienziati non possono più sopportare. Non è più tempo di tacere".

All’Istituto nazionale di fisica nucleare i precari sono 320, con contratto a tempo determinato, e circa 200 hanno assegni di ricerca o borse. "Fino al 2016 il blocco delle assunzioni in tutta la pubblica amministrazione impediva concorsi per assumere a tempo indeterminato" spiega Sinopoli: "Oggi, dopo la riforma degli enti di ricerca (d.lgs 218/2016), gli enti possono programmare le assunzioni, facendo riferimento al loro budget; inoltre, la recente proposta di legge di riforma del pubblico impiego (la cosiddetta riforma Madia) prevederebbe il superamento del precariato nella pubblica amministrazione con una norma specifica. Peccato che gli organi di governo dell’Infn non abbiano ancora provveduto a convocare i sindacati per avviare un piano di reclutamento che garantisca i lavoratori precari con anni (troppi) di contratti a tempo determinato".

C'è anche un'importante questione legata al salario. "I lavoratori Infn sono i meno pagati nel settore. Già il personale di ricerca italiano è il meno pagato al mondo, ma i dipendenti Infn sono ultimi tra gli ultimi" aggiunge il segretario generale Flc: "Da più di un anno si è in attesa del contratto integrativo 2015 per tecnici e amministrativi, ma l’ente, nonostante abbia firmato la proposta di rinnovo e abbia avuto risposta dai ministeri vigilanti, continua a rimandare la firma definitiva. Così com'è inspiegabile il ritardo accumulato per la firma dell'integrativo di ricercatori e tecnologi".

Il paradosso è che l’Istituto nazionale di fisica nucleare è un ente di ricerca tra i più virtuosi. Ha una spesa per il personale inferiore al 50 per cento rispetto al fondo ordinario finanziato dallo Stato, conclude Sinopoli, percentuale "che scende ancor di più se si applicano i parametri della riforma degli enti di fine dicembre, per cui i calcoli per la spesa dell'organico vanno rapportati al fondo ordinario, più la media di fondi esteri entrati negli ultimi tre anni. La norma stabilisce che si deve stare entro l’80 per cento. Ce n’è abbastanza per protestare, dunque. Chiederemo all’ente un piano di reclutamento ad hoc per i precari storici e la firma definitiva sui contratti integrativi. Auspichiamo che il presidente Infn voglia stabilire un calendario d'incontri con i sindacati per risolvere le questioni sul tappeto e voglia prendere l’impegno di assumere i lavoratori a tempo determinato con tanti, troppi anni di precariato alle spalle".