"Verso i precari c’è un vero e proprio accanimento da parte del governo". Così il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, commenta le dichiarazioni del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che oggi ha escluso la possibilità che nel milleproroghe sia prevista una deroga al termine retroattivo, e già scaduto, dei 60 giorni per impugnare contratti temporanei irregolari. E' quanto si legge in una nota di Corso Italia.

Secondo il dirigente sindacale “anche oggi, ancora una volta, si conferma che i precari non possono contare su un governo che fa norme sbagliate ed ingiuste, che non fa informazione e si premura perfino di far pressione sul Parlamento perché non siano approvate proroghe per i termini capestro previsti dal collegato lavoro”. Per Fammoni “è una specie di accanimento quello verso i precari, vittime di un lavoro insicuro e mal pagato. Sono i più esposti a subire gli effetti della crisi con la cessazione del lavoro e spesso per le caratteristiche del contratto senza nessun ammortizzatore sociale mentre adesso vengono ulteriormente colpiti attraverso la negazione di qualsiasi proroga per i 60 giorni”.

Quanto al piano di occupabilità dei giovani, il sindacalista osserva che “gran parte di questi lavoratori lo sono e per fortuna chi è venuto a conoscenza della scadenza ha in gran parte impugnato i contratti di lavoro illegittimi”. Il segretario confederale Cgil sostiene quindi che “adesso, a maggior ragione, non bisogna scordarsi di chi, non raggiunto dall’informazione, vedrà decadere il suo diritto e del permanere in modo stabile della scadenza capestro dei 60 giorni che da ora in poi scatterà all’interruzione di ogni contratto temporaneo. Il governo - conclude Fammoni - che ha motivato questa parte del collegato lavoro con l’obbiettivo della diminuzione del ricorso giudiziario, provocherà per sua responsabilità l’esatto opposto”.