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Prima condanna per tre imprenditori cinesi per il rogo in una fabbrica di Prato, che l'1 dicembre 2013 provocò la morte di sette operai (cinque uomini e due donne), anch'essi cinesi, nella zona industriale del Macrolotto. La titolare dell'azienda di confezioni "Teresa Moda", dove appunto si consumò la tragedia, è stata condannata (con rito abbreviato) a 8 anni e 8 mesi per omicidio colposo plurimo, incendio colposo, omissione dolosa delle cautele antinfortunistiche e antincendio, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. La sorella dell'imputata e suo marito sono stati condannati a 6 anni e 10 mesi ciascuno. Disposte anche provvisionali per il risarcimento dei danni a sindacati (costituitisi parte civile), Comune, Inail e familiari delle vittime.L'avvocato difensore degli imputati ha annunciato che verrà presentato ricorso.
"La decisione del Tribunale di Prato in relazione alla strage della 'Teresa Moda' ha riconosciuto la responsabilità individuale degli imputati e ha comminato le pene relative. Speriamo vivamente che questo abbia un forte effetto deterrente per tutto il sistema illegale di produzione dell'abbigliamento e per l'economia 'malata' che gli gira intorno. Un sistema che, come purtroppo è successo, mette a rischio la vita di chi ci lavora". Lo ha detto Massimiliano Brezzo, segretario generale della Filctem Cgil di Prato, commentando la sentenza di condanna dei tre imprenditori cinesi per il rogo della fabbrica in cui morirono sette operai.
"E' una sentenza storica", hadetto . "Siamo soddisfatti dell'accoglimento della nostra richiesta di costituzione di parte civile e del relativo riconoscimento del danno subito dalle organizzazioni dei lavoratori sulla base delle motivazioni che abbiamo addotto" ha aggiunto. E poi ha così concluso: "con la sentenza di oggi non sono stati condannati solo gli imputati, ma è stato condannato l'intero sistema produttivo illegale. Un sistema che, per il suo stesso modo di funzionare, impedisce ai lavoratori di entrare in contatto con le organizzazioni sindacali e al sindacato di poter entrare il contatto coi lavoratori. Oggi questo è stato sancito da un Tribunale della Repubblica, con buona pace di molti commentatori poco informati".