“Per fare fronte alla povertà dilagante non servono promesse in grado di creare solo illusioni, ma risorse vere finalizzate alla reale inclusione sociale e a dare prospettive soprattutto alle giovani generazioni”. Lo dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia a proposito del crescere della povertà, confermato nei giorni scorsi dall’Istat. La Cgil stima che in Sicilia la povertà assoluta colpisce oltre 260 mila famiglie, il 12% del totale. “I provvedimenti messi finora in campo, come il Sia (sostegno all’inclusione attiva) e il Rei (reddito di inclusione) – rileva Pagliaro –, sono insufficienti anche per l’esiguità delle risorse stanziate. Per il Rei in Sicilia sono disponibili circa 80 milioni laddove ne servirebbero 936. Solo l’8% delle famiglie in povertà (21 mila) verrebbe di fatto raggiunto dalla misura. Il punto allora è proprio questo – sottolinea Pagliaro –: qualunque misura deve essere finanziata adeguatamente, altrimenti serve a ben poco”.
Il segretario della Cgil osserva che “i dati sulla povertà sono drammatici per consistenza, ma anche guardando alla composizione del target: in Italia infatti dei 5 milioni di poveri censiti ben il 50% è nella fascia fino a 34 anni. Se consideriamo che di questi 2 milioni sono giovani, e di questi nella sola Sicilia 483 mila sono Neet – afferma Pagliaro –, si capisce come rischia di essere compromesso il futuro di intere generazioni e dell’intero paese”.
“Ci preoccupa – afferma Pagliaro – che dal ministro dell’Economia venga la conferma che non ci sono le risorse per il reddito di cittadinanza, rivelando la natura illusoria della promessa elettorale. Finché non ci saranno infatti risorse adeguate e servizi per la presa in carico dei soggetti a rischio di esclusione sociale potremmo dire che non si sta facendo niente contro la povertà”.
Le risposte, sottolinea l’esponente sindacale, “devono dare garanzie anche a copertura dei periodi di discontinuità lavorativa in un mercato del lavoro sempre più parcellizzato e precario. Il punto non è solo fare uscire dall’esclusione sociale il più ampio numero possibile di persone, ma anche dare a queste prospettive di un futuro dignitoso”.