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“Un primo atto concreto nella costruzione di una strategia nazionale di contrasto alla povertà, ma ancora insufficiente”. Così la Cgil nazionale commenta l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri del Reddito di inclusione (Rei), e aggiunge: “con le risorse sin qui stanziate, il decreto limita l’intervento ad una platea ristretta, meno di un terzo delle persone in povertà assoluta”.
Per la confederazione serve quindi “adeguare progressivamente il finanziamento, già con le prossime manovre finanziarie, per rendere il Reddito di inclusione una misura effettivamente universale che copra l’intera platea delle persone aventi diritto, senza alcuna discriminazione”. "Inoltre - prosegue la Cgil - bisogna fare in modo che il Rei non si riduca a mero trasferimento monetario, ma sia effettivamente accompagnato da un progetto personalizzato per le persone e i nuclei familiari con un percorso di reinserimento socio-lavorativo a cura dei servizi del welfare locale. Solo così si potrà realmente favorire l'uscita dalla condizione di povertà”.