“C’è l'estrema necessità di definire il piano energetico regionale riportando al tavolo tutti i soggetti istituzionali, politici e industriali per creare le miglior condizioni economiche e tecnologiche per la permanenza e lo sviluppo delle attività industriali a Porto Marghera”. A dirlo sono Filctem, Fiom e Fillea Cgil di Venezia, denunciando il sostanziale abbandono del progetto di utilizzare l'idrogeno come nuova fonte energetica rinnovabile (con la chiusura delle centrale sperimentale di Enel e il mancato sviluppo dell'Hydrogen Park).
“Ci sono seri rischi per il futuro del Petrolchimico di Porto Marghera in quanto non solo si è rinunciato a una ricerca e un'applicazione di fonti energetiche alternative come l'idrogeno, ma la stessa dismissione delle centrali termoelettriche esistenti, come la centrale Volpi dell'Enel, potrebbe mettere a rischio tutte le attività ancora presenti, non solo quelle strutturate ma addirittura quelle di nuova generazione”. Per le tre categorie sindacali “la Regione Veneto deve definire chiaramente il piano energetico visto che è una delle competenze a suo carico, cui deve doverosamente rispondere. Il 2020 sarà un anno importante dal punto di vista energetico: da questa data, infatti, molte aziende, come prevedono le normative europee e nazionali, dovranno dotarsi di nuove soluzioni e soprattutto utilizzo di fonti energetiche innovative e sostenibili”.