“Un incontro urgente di approfondimento, allo scopo di non lasciare inascoltati i gravi motivi e le risoluzioni innovative di cui l’agenzia è portatrice”. È quanto chiedono unitariamente alla Presidenza del Consiglio, Cgil, Cisl, Uil e le categorie dei trasporti Filt, Fit e Uilt, in merito alle agenzie di somministrazione di lavoro portuale e riqualificazione professionale nei porti di Gioia Tauro e Taranto, in quanto - spiegano nella missiva - “allo stato attuale, non siamo a conoscenza delle decisioni che il governo intende intraprendere per trasformare un impegno politico in un atto legislativo, senza il quale ovviamente verrebbero meno tutti i presupposti condivisi”.
“Il 27 luglio scorso, presso la Presidenza del Consiglio - ricordano nella lettera le organizzazioni confederali -, sono stati sottoscritti due importanti protocolli istituzionali, che aprono concreti percorsi di riconversione e ripresa economica delle aree portuali di Gioia Tauro e Taranto, travolte, pur se in forma diversa, dalla crisi strutturale dei traffici di transhipment, attività delle principali imprese terminalistiche dei due porti, con conseguenze drammatiche sulla vita e sul futuro di circa mille lavoratori e le loro famiglie, in prevalenza monoreddito e in aree a fortissima criticità occupazionale”.
Secondo quanto scrivono i sindacati al governo, la creazione delle agenzie di somministrazione di lavoro portuale e riqualificazione professionale “consentirebbero di riqualificare i lavoratori, oggi in cassa integrazione guadagni e in mobilità, che saranno ricollocati nelle nuove attività portuali e industriali in fase d'insediamento in queste due aree, per un periodo massimo di tre anni e pertanto rappresentano uno strumento di politica attiva per consentire continuità salariale ai lavoratori altamente qualificati, che altrimenti sarebbero espulsi dal mondo del lavoro. La bocciatura decisa dalla commissione Bilancio alla Camera della proposta emendativa al ddl di Stabilità 2017, che per l’appunto avrebbe istituito dette agenzie, unitamente all’esaurimento degli ammortizzatori sociali, ha riaperto serie e drammatiche preoccupazioni”.