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“Siamo ancora in una fase di preoccupante stallo, se non di arretramento rispetto ai percorsi prospettati. Servono certezze e impegni precisi per il sistema nazionale delle politiche attive”. Così in una nota la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti. “A sette mesi dall’esito del referendum costituzionale e dopo la positiva ripresa, a marzo, del confronto con il governo sulla ridefinizione e strutturazione del sistema nazionale delle politiche attive - sostiene Scacchetti - continuiamo a registrare una situazione di impasse: manca ancora la definizione di un assetto definitivo e stabile sui centri per l’impiego, rispetto ai quali è urgente risolvere il nodo della titolarità istituzionale dei rapporti di lavoro, sia per i contratti a tempo indeterminato che per quelli precari, che occorrerebbe stabilizzare”.
Secondo la segretaria confederale “si tratta di servizi che tutti definiscono essenziali per lo sviluppo del Paese e strumento primo per sostenere le politiche attive, per questo vanno attuati i piani di rafforzamento da tempo annunciati”. “È ancora incerto - denuncia poi Scacchetti - la ridefinizione del ruolo e della strutturazione di Inapp, chiamato a svolgere l’essenziale compito di analisi, ricerca scientifica e valutazione sulle politiche e sui servizi per il lavoro, sull’istruzione e sulla formazione e in generale su tutte le politiche pubbliche che hanno influenza sul mercato del lavoro”.
Per la dirigente sindacale “altrettanto complessa è la condizione dei lavoratori di Anpal servizi”. “Nonostante l’impegno assunto dal Ministro Poletti nel 2015 - spiega - per la continuità occupazionale e per una riorganizzazione interna in grado di affermare la centralità dell’Agenzia nel supporto alle politiche attive, i lavoratori continuano ad affrontare proroghe di contratti, richieste di nuove procedure di selezione e promesse di avvio di percorsi di stabilizzazione”. “A questa situazione - sottolinea Scacchetti - si aggiungono strumenti come garanzia giovani e l’assegno di ricollocazione, che stentano ad avere un valore aggiunto nella difficile congiuntura economica”. “Nonostante i proclami e le propagande quotidiane - prosegue - non vediamo il necessario impegno e sforzo economico e politico affinché le politiche attive diventino terreno di investimento per la valorizzazione e riqualificazione delle competenze dei lavoratori, e per le garanzie di continuità occupazionale dei tanti, troppi, precari che in questi anni hanno sostenuto il sistema”.
“Atti e scelte utili per la piena definizione di un sistema pubblico nazionale di politiche attive non sono quindi più derogabili. Per questo - conclude Scacchetti - continueremo a sollecitare Ministero e Anpal, anche sostenendo le mobilitazioni dei lavoratori che si riterranno necessarie, affinché, insieme al sistema delle Regioni e con il necessario confronto con le parti sociali, si proceda in tal senso”.