“Alla riuscita straordinaria, persino inaspettata, dei 200 presìdi e manifestazioni in tutt’Italia, hanno dato un contributo fondamentale i due no pronunciati dalla Cgil, nella vertenza Alitalla nel confronto sui contratti con la Confindustria”. A dirlo è il segretario generale della Funzione pubblica Cgil, Carlo Podda, in un’intervista al Manifesto.
Due no, spiega il dirigente sindacale, “interpretati dai lavoratori come un'indisponibilità alla logica comune al governo e ai padroni del ‘prendere o lasciare’. Dire che al di sotto di una certa soglia non si scende ci ha reso un’immagine di affidabilità. Ora, per rafforzarla dobbiamo passare all’affidamento. Dei lavoratori, e delle loro domande».
Quanto all’unità confederale, dice Podda, “dalla Cisl vengono segnali diversi. Noi dobbiamo restare ancorati a scelte unitarie su fisco, contratti e precarietà. Sono temi che non possono essere affrontati separatamente, come non ha più senso un confronto con la Confindustria ma che non veda seduto allo stesso tavolo anche il governo”. Temi che secondo Podda “richiedono un approccio e un’iniziativa unitarie" e "nel caso in cui non fosse possibile, sono convinto che la Cgil sarebbe in condizione di organizzare una mobilitazione generale".
"Come diceva Trentin - conclude - l’unità è un valore a prescindere, ovunque bisogna tentare di salvaguardarla. Ma qualora per fare un esempio concreto alla richiesta d 57 mila precari pubblici non arrivasse urta risposta unitaria, credo che noi dovremmo procedere ugualmente come Cgil. Non saremmo noi a separarci, sarebbero gli altri a separarsi dalla volontà dei lavoratori. Ho ragionevoli speranze che non si debba arrivare a questo punto".