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E’ una continua corsa all’aggiustamento, sempre rigorosamente al ribasso. Le stime sull’andamento del Pil italiano risultano ripetutamente sballate. Prendiamo, solo a titolo d’esempio, quelle avanzate tra la fine del 2013 e i primi mesi del 2014 sull’andamento dell'anno in corso. Se il ministro Saccomanni preventivava a settembre 2013, in occasione della definizione della Legge di Stabilità, addirittura un mirabolante +1,1%, Bankitalia a gennaio abbassava già drasticamente la stima ad un +0,7%. Stessa valutazione di Confindustria, preoccupata da “una crescita debole” dopo un 2013 disastroso. Poi ecco arrivare la stima del Fmi ulteriormente ridotta, fino allo 0,6% di crescita.
A 9 mesi di distanza quelle previsioni e le preoccupazioni per la debolezza della ripresa, appaiono come una sorta di buoni propositi da riproporre per il futuro. E’ di ieri l’ultima stima dell’Ocse sull’economia italiana che nel 2014 farà registrare – dicono gli esperti dell’organizzazione internazionale – un calo dello 0,4%. Attenzione però, ci sono ancora tre mesi per aggiustare ulteriormente il tiro.