“Dopo molti annunci di interventi a tutela del lavoro si prospetta, a quello che al momento è dato sapere, una cifra che, seppur come da noi richiesto è aumentata, è facile prevedere non risulterà sufficiente sia per la vastità della crisi occupazionale, sia per la mancanza di interventi a sostengo della ripresa dello sviluppo”. È il giudizio del segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, in merito al decreto legge ‘anticrisi’ approvato oggi dal consiglio dei ministri.
Per quanto riguarda i precari, osserva il dirigente sindacale della Cgil, “c’è una indicazione di estensione di tutele, ma non risultano chiari tutti i meccanismi e se tali tutele varranno anche per qui precari della pubblica amministrazione che perderanno il posto di lavoro a causa delle scelte del governo”. Quanto ai contratti di collaborazione, aggiunge, “si parla di un intervento una tantum pari al 5 per cento del reddito percepito l'anno precedente che, nella media degli 800 mila collaboratori in monocommittenza, è di poco superiore agli 8 mila euro annui: si tratterebbe di una cifra di circa 400 euro a fronte della perdita dell’occupazione”.
“Quello che invece appare chiaro è che i provvedimenti varranno solo dal 2009: per questo molti dei precari che perderanno il posto di lavoro quest’anno saranno privi di tutele. Confermo, così, - conclude Fammoni - il giudizio su di un provvedimento che ritengo ancora inadeguato sulla quantità complessiva di risorse e sbagliato per quanto riguarda la condizione dei precari”.
Il governo vara il decreto anticrisi
Piano anticrisi: Fammoni (Cgil), su tutele lavoro misure insufficienti
28 novembre 2008 • 00:00