“Manca la svolta, lo sciopero è confermato”. A dirlo è il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, dopo il via libera del governo al pacchetto anticrisi: “Per serietà, prima di un commento dettagliato occorre una lettura delle misure. Ma il senso generale del pacchetto non indica quella svolta di cui il paese ha bisogno, sia per dimensione che per le scelte fatte”. “Colpisce - ha proseguito il leader della Cgil - che il mondo produttivo, dagli operai alla scuola, non abbia risposte a livello di peso fiscale, e trovo incomprensibile questa scelta. C’è qualcosa per gli indigenti e poco per gli altri”.

Berlusconi, ora tocca agli altri
“Tutto quello che potevamo fare”, compatibilmente con le risorse pubbliche, “l’abbiamo fatto: ora tocca agli altri. Visto che le prossime elezioni sono tra quattro anni e mezzo, si cessi di essere sempre in campagna elettorale e ci si metta insieme, per dare una mano”. Così il premier Silvio Berlusconi parla del pacchetto anticrisi del governo. Nel corso di un colloquio coi cronisti, il presidente del Consiglio minimizza la portata del conflitto: “Mi criticano? Come d’abitudine”, dice. E aggiunge: “Abbiamo dato sostegno alle imprese e ai cittadini con questo provvedimento e abbiamo raccolto il parere favorevole di molte categorie”.

Fammoni (Cgil) conferma il giudizio negativo: risorse insufficienti
“Dopo molti annunci di interventi a tutela del lavoro si prospetta, a quello che al momento è dato sapere, una cifra che, seppur come da noi richiesto è aumentata, è facile prevedere non risulterà sufficiente sia per la vastità della crisi occupazionale, sia per la mancanza di interventi a sostengo della ripresa dello sviluppo”. Questo il giudizio del segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni. Per quanto riguarda i precari, “c’è una indicazione di estensione di tutele, ma non risultano chiari tutti i meccanismi e se tali tutele varranno anche per qui precari della pubblica amministrazione che perderanno il posto di lavoro a causa delle scelte del governo”. Quanto ai contratti di collaborazione, aggiunge, “si parla di un intervento una tantum pari al 5 per cento del reddito percepito l'anno precedente che, nella media degli 800 mila collaboratori in monocommittenza, è di poco superiore agli 8 mila euro annui: si tratterebbe di una cifra di circa 400 euro a fronte della perdita dell’occupazione”. “Quello che invece appare chiaro è che i provvedimenti varranno solo dal 2009: per questo molti dei precari che perderanno il posto di lavoro quest’anno saranno privi di tutele. Confermo, così, - conclude Fammoni - il giudizio su di un provvedimento che ritengo ancora inadeguato sulla quantità complessiva di risorse e sbagliato per quanto riguarda la condizione dei precari”.

Bonanni (Cisl): ok taglio tasse su produttività
“È un risultato che la Cisl insegue da 15 anni. L’anno scorso abbiamo ottenuto dal governo Prodi la decontribuzione per spingere verso il secondo livello. Ora, dal governo Berlusconi otteniamo un taglio vigorosissimo delle tasse sul salario di produttività”. A dirlo è il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che commenta positivamente l’aumento della soglia (da 30 a 35 mila euro) per la detassazione sui premi e il salario di produttività. Bonanni ha ricordato che l’innalzamento di questa soglia era una richiesta avanzata da molto tempo dalla sua organizzazione: “Riguarderà la stragrande maggioranza dei lavoratori, che avranno buste paga più pesanti. Si è tolto di mezzo, come avevamo chiesto, la detassazione degli straordinari, eliminando così un equivoco: ora voglio capire se tutto il sindacato, che ha fatto questa richiesta, sarà soddisfatto”.

Angeletti (Uil): bicchiere mezzo pieno, si poteva osare di più
“Diciamo che il bicchiere è mezzo pieno La cosa migliore è l’estensione degli ammortizzatori sociali che proteggeranno chi rischia di perdere il posto di lavoro”. Questo il primo commento del leader della Uil, Luigi Angeletti. Lunedì primo dicembre si riunirà la direzione della Uil e, “dopo un’attenta analisi dei contenuti del decreto, esprimeremo il nostro giudizio”. Intanto, rispetto al bonus per le famiglie, “è apprezzabile – dice il dirigente sindacale – che finalmente, per la prima volta, ci sia stata attenzione al lavoro dipendente. La quantità però è ancora modesta: sarebbe opportuno che il governo mettesse a disposizione ancora 1,5 miliardi”. Secondo Angeletti, “si poteva osare di più detassando la tredicesima, obiettivo che per noi continua ad essere importante”. “Bene”, infine, l’aumento della soglia a 35 mila euro per la detassazione dei premi e del salario di produttività e l’estensione di questa norma alle forze dell’ordine, “norma che, però bisogna estendere anche a tutti i dipendenti pubblici”.

Marcegaglia (Confindustria): misure nella direzione giusta, ma servono risorse aggiuntive
“Il pacchetto va nella giusta direzione ma ci aspettiamo che, nell’ambito dell’impostazione data dal ministro Tremonti, arrivi già nelle prossime settimane uno stanziamento di ulteriori fondi sia a supporto delle imprese”. A dirlo è la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Viale dell’Astronomia chiede “che ci siano agevolazioni fiscali per le imprese che investono in risparmio energetico e riduzione delle emissioni e questo deve arrivare da una rimodulazione dei fondi strutturali, così come ci aspettiamo dalla stessa rimodulazione che arrivino ulteriori risorse a supporto dei redditi sotto forma di ammortizzatori sociali o di altre risorse che devono andare alle famiglie”.

Bersani (Pd), non si può chiedere collaborazione a giochi fatti
“Non ci siamo. Qua e là sbuca qualcosa delle nostre proposte, ma siamo molto al di sotto delle esigenze. Dopo tre decreti e una finanziaria sui quali abbiamo inutilmente avanzato proposte, suona davvero curioso che a giochi fatti Berlusconi ci chieda collaborazione”. A dirlo è il ministro ombra dell’Economia del Pd, Pier Luigi Bersani. “Per le famiglie e per il lavoro - aggiunge - ci vogliono interventi strutturali e non bonus o social card. Tra l’altro, l’insieme di queste risorse non arriva alla metà di quello che finiremo di spendere per Alitalia”. Anche per le imprese, secondo Bersani, “gli interventi sono ben lontani da quelli che qualche ministro aveva incautamente lasciato intravedere”. Infine, per gli investimenti, “non succede nulla di concreto e dovremmo nei prossimi mesi appassionarci di nuovo alle procedure”.

(ultimo aggiornamento ore 18:52)