La Piaggio ha attivato attiva la procedura per licenziare 132 lavoratori oggi in cassa integrazione. A dirlo è Antonio Caminito, segretario della Fiom Cgil Genova, ricordando che “il 9 agosto scorso presso la Presidenza del Consiglio, il ministro allo Sviluppo economico e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio avevano garantito ai sindacati che non solo non avevano dato alcun assenso al nuovo piano industriale di Piaggio, che prevedeva il licenziamento dei cassintegrati e lo scorporo dei motori e del service per creare una nuova azienda con 650 dipendenti su 1.300 (esclusivamente orientata al settore militare), ma che anzi erano fortemente contrari”.
La Piaggio, continua Caminito, “non mantiene mai i propri impegni: prima ha stracciato l’accordo di programma, poi ha disegnato un nuovo piano industriale disdettando un accordo firmato presso il governo solo 24 mesi prima; ha messo in discussione gli ammortizzatori, si è disimpegnata sul service, sui motori e sulle aree di Genova che erano lo strumento per ricollocare i cassintegrati e ora attiva la procedura per licenziare 132 lavoratori oggi in cassa integrazione”.
Ora basta, dice la Fiom. “Se esiste una trattativa in corso e contemporaneamente si avvia la procedura per licenziare 132 lavoratori vuol dire che la trattativa è finita male o la trattativa non c’è mai stata. Non vogliamo pensare male, ma i fatti oggi dicono il contrario di quello che ci è stato detto solo pochi giorni fa: o il governo ci racconta delle storie e un ministro e un sottosegretario ci garantiscono l’avvio di un confronto con gli arabi proprietari di Piaggio mai avvenuto o si sono presi impegni precisi senza aver avviato il dialogo con l’azienda; se ciò non è avvenuto, siamo in presenza dell’ennesimo caso in cui si sottovalutano i tempi di intervento”.
La Fiom Cgil genovese chiede al governo di “intervenire subito sulla proprietà avviando un confronto e fissando una data per l’incontro presso il ministero per fare il punto della situazione: chiediamo cioè che il governo mantenga gli impegni presi. Il ministro il 9 agosto scorso ci aveva chiesto di tenere i toni bassi per facilitare l’avvio del confronto con la proprietà. Oggi gli chiediamo come dovremmo interpretare 132 licenziamenti. Se il governo non interviene immediatamente, rischia di diventare corresponsabile del grave atto avviato dall’azienda”.