“In questi anni con le lotte e le mobilitazioni, e anche costruendo proposte alternative contenute nel Piano del lavoro e nella Carta dei diritti universali del lavoro e i tre referendum, la Cgil è stata in campo pienamente”: così William Pezzetta, segretario generale della Cgil Friuli Venezia Giulia, nel corso del suo intervento al congresso della Cgil in corso a Bari. Pezzetta ha anche sottolineato gli accordi importanti siglati sul modello contrattuale e la rappresentanza.
Nel corso del governo Renzi ci sono stati attacchi fortissimi ai contratti e alla contrattazione, “ma noi li abbiamo rispediti al mittente”. Resa però da sciogliere “il tema cruciale della rappresentanza che deve essere misurata e certificata se vogliamo evitare anche il proliferare dei contratti pirata”. Accanto a questo “c'è la necessità di costruire una nuova e più rigorosa mappatura delle aree contrattuali e dei relativi campi di applicazione a fronte di spinte tendenti alla invasione di campo. Penso ai cantieri edili dove proliferano i contratti esterni al mondo delle costruzioni con l'unico obiettivo di ridurre il costo del lavoro”.
Altro tema importanza per Pezzetta è quello della digitalizzazione, che “ha un impatto molto forte su organizzazione e tempi di lavoro. La contrattazione dovrà trovare una risposta a queste novità: non si tratta di guardare al futuro, ma al presente che è già così”.
“Se solo pensiamo al numero crescente dei lavoratori e delle problematiche in realtà come Google, Foodora e Amazon – ha detto il sindacalista – bisogna spiegare anche alle nuove generazioni che la rivoluzione digitale distribuisce certamente conoscenza ma concentra su pochi”.
Il voto del 4 marzo è stato il risultato di una delusione diffusa tra la gente per le condizioni di lavoro sempre più precarie e difficili: “Il fallimento delle politiche di questi ultimi decenni, incapace di dare risposte alle nuove diseguaglianze prodotte dalla globalizzazione e che ha prodotto una sconfitta epocale della sinistra, una mutazione genetica della destra, con un inversione dei rapporti di forza al suo interno e l'affermazione del MoVimento 5 Stelle”.
Infine: ”Se la Cgil vuole uscire dal perimetro del cosiddetto lavoro garantito dobbiamo fare tutti un salto di qualità sul piano politico e su quello organizzativo: occorre ragionare insieme su come ricollocarci, con l'obiettivo di estendere di rafforzare la nostra rappresentanza. Le ultime conferenze di organizzazione purtroppo non hanno prodotti particolari risultati su questo versante. Da anni parliamo di contrattazione di sito, di filiera territoriale come strumento per allargare la nostra sfera di rappresentanza, superando i confini e le gelosie che separano le categorie. Lo diciamo da anni ma lo facciamo ancora troppo poco”.