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“Gli incidenti avvenuti in questi giorni, e i ripetuti accadimenti degli ultimi mesi, destano molta preoccupazione”. Angelo Summa, segretario generale della Cgil Basilicata, lancia l’allarme sulla situazione della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini dell’area prossima al Centro Olio Val d’Agri (Cova) di Viggiano (Potenza), di proprietà dell’Eni. “Il petrolio rappresenta da molti anni una variabile di straordinaria importanza nella sua capacità produttiva, ma non possiamo permetterci lo scivolamento verso uno stato di perenne anomalia produttiva e di pericolo per la sicurezza” spiega Summa. Vi è la necessità, dunque, di adeguare “gli impianti, le attività, in generale il sistema di monitoraggio e controllo da parte delle istituzioni”, oltre alla richiesta di “un supporto e di una collaborazione trasparente da parte delle imprese coinvolte nel Centro”.
Il segretario regionale Cgil ricorda come “molti anni fa si realizzava un quadro di impegni reciproci, tra istituzioni e compagnie petrolifere, poggiato sul principio della compensazione ambientale, nella prevedibile e reciproca consapevolezza di attività impattanti”. Oggi, però, la validità di quel principio di compensazione “è fortemente indebolita dalle molteplici emergenze ambientali sul territorio regionale, e dai continui incidenti che si stanno verificando negli impianti. Non ultimo quello di venerdì 4 dicembre che ha causato fiammate e il forte boato riferito da cittadini e stampa. Emergenze, peraltro, che continuano a essere affrontate con scarsa autorevolezza delle istituzioni preposte al controllo, Arpab in primis”.
Si evidenzia quindi una fragilità, se non una “inesistenza delle attività di controllo e sicurezza ambientale”. In considerazione della complessità e dei rischi che tale attività comporta, il segretario della Cgil Basilicata invita il prefetto di Potenza a “convocare urgentemente Eni e tutte le istituzioni preposte affinché si attivino e si adottino tutte le misure di sicurezza, rendendo allo stesso tempi strutturali gli interventi di controllo ambientale e di monitoraggio”. Ma ogni cosa è vanificata, precisa Summa, se non si ripristina “uno stato di normalità produttiva, di altissimo consenso sociale, di fiducia verso istituzioni e controllori in materia ambientale. I termini dello scambio politico in materia petrolifera potranno essere differiti per quanto riguarda una più incisiva dinamica di sviluppo, ma devono essere immediati in riferimento alla salvaguardia del territorio e della sicurezza, come pare evidente in queste ore dai riferiti ripensamenti in sede governativa per ciò che attiene alle norme più controverse dello Sblocca Italia, in particolare all’articolo 38”.
C’è quindi molto da fare. La Regione “dovrà affrontare la questione dei tagli al personale che l’Eni ha annunciato di recente, l’efficientamento di manodopera e strutture”, mentre prefetto e istituzioni dovranno “intraprendere azioni incisive ed efficaci che assicurino la rispondenza e l’adeguatezza di impianti e interventi di manutenzione”. Non è pensabile, conclude il segretario generale della Cgil Basilicata, “efficientare e fare economia sulla sicurezza e sulla manutenzione. Ma va messo in campo ogni sforzo per adeguare e modernizzare gli impianti produttivi, le strutture di supporto alla sicurezza. Vanno prese, infine, tutte le misure atte a preservare il territorio da livelli di inquinamento fuori dal normale, potenziando le centraline e assolvendo a una reale riforma dell’Arpab, che ne consenta un effettivo svolgimento delle delicate funzioni assegnate”.