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“Abbiamo riconosciuto il prezioso lavoro svolto dalla Commissione per raccogliere in un unico testo le diverse proposte di riordino e semplificazione normativa del settore ittico e della pesca professionale. Di particolare importanza, il fatto che l’impianto normativo proposto restituisca centralità alla tutela dell’occupazione attraverso l’individuazione di un ammortizzatore sociale adeguato e strutturato, il Fondo Cisoa Pesca, da tanti anni rivendicato dal sindacato e dalle imprese”. Lo affermano in una nota Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca, commentando le audizioni svolte ieri dalla Commissione agricoltura della Camera dei Deputati in merito al settore ittico e della pesca professionale.
“Abbiamo però avanzato le nostre proposte di integrazione – proseguono i sindacati – a partire dalla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, visto che l’attività di pesca è tra le più rischiose e usuranti e manca ancora dell’applicazione del Testo unico 81/2008, i cui decreti attuativi specifici devono ancora essere emanati. Resta inoltre aperta la questione annosa del riconoscimento delle malattie professionali e dell’inclusione della pesca, ai fini previdenziali, nell’elenco delle attività usuranti. Inoltre, abbiamo chiesto alla Commissione un intervento di modifica al codice della navigazione su quegli articoli (artt. 318 e 343) che a nostro parere sono oramai antitetici alle necessità reali del settore. Si tratta di obiettivi a nostro avviso irrinunciabili, che dovrebbero quantomeno impegnare il Governo ad adottare, con una delega, i relativi provvedimenti entro un anno e mezzo al massimo dall’approvazione della legge di riordino del settore”.
“Altro punto – concludono Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca – è quello di prevedere, all’interno delle Commissioni di Riserva delle aree marine protette, la partecipazione delle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale, stipulanti i contratti collettivi di lavoro di riferimento per il settore ittico. Quanto alla pesca del tonno rosso, infine, chiediamo di prevedere la possibilità di offrire nuove opportunità ai tanti pescatori sprovvisti di titolarità di quote individuali, salvaguardando la storicità e la valorizzazione della stessa per i singoli impianti e per le imbarcazioni titolari già di quote, perché crediamo fermamente che questa pesca sia importante per tutto il settore, e che possa essere un volano per l’occupazione se inserito in una visione di filiera”.