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L’Ires Cgil, sulla base dei dati Istat (medie annuali) ha fotografato la situazione della forza lavoro nella provincia di Pesaro e Urbino nel 2014. Questi i risultati dello studio.
OCCUPATI
Sono 144mila gli occupati nella provincia di Pesaro e Urbino nel 2014, il 2,3% in meno rispetto al 2013. Oltre 4mila sono gli addetti in agricoltura, 53mila nell’industria (in senso stretto e nelle costruzioni) e 87mila nei servizi. Sono 84mila uomini e 60mila donne. Il calo nel livello di occupazione rispetto al 2013 è pari all’ 1,3% per gli uomini ed al 3,7% per le donne.
LAVORATORI DIPENDENTI
Tra 2013 e 2014 si osservano dinamiche opposte per il lavoro dipendente e per quello autonomo. I lavoratori dipendenti nel 2014 sono 105mila, il 3,4% in meno rispetto all’anno precedente.I lavoratori autonomi sono circa 39mila, quasi 300 unità in più rispetto al 2013 (+ 0,7%). I lavoratori dipendenti del settore industriale in senso stretto (35mila) si mantengono agli stessi livelli del 2013 mentre aumenta considerevolmente il numero di occupati dipendenti in agricoltura (+ 31,9%). Sempre in seno alla tipologia di lavoro dipendente, cala, rispettivamente del 5,6% e del 5,8%, il numero di addetti nei servizi e nelle costruzioni.
TASSO DI OCCUPAZIONE
Il tasso di occupazione del 61,5%, inferiore al 62,4% regionale, costituisce il valore più basso dal 2004.
Tale constatazione vale anche per il tasso di occupazione femminile, pari al 51,7% contro il 55% medio regionale.Il tasso di occupazione maschile si attesta al 71,3% e pur superando la media regionale rappresenta, assieme all’identico valore 2013, il minimo dal 2014.
PERSONE IN CERCA DI OCCUPAZIONE
Sono 15mila le persone in cerca di occupazione, equamente divisi tra uomini e donne. Rispetto al 2013 diminuisce il numero dei disoccupati sia complessivamente (- 7,2%), sia per uomini (- 9,5%) e donne (- 5,2%)
TASSO DI DISOCCUPAZIONE
Nel 2014 si è registrato un tasso di disoccupazione pari al 9,5%: complessivamente e considerando i valori per uomini e donne, rispetto all’anno precedente si registra una riduzione dell’indicatore. Se confrontati con la media regionale, il tasso di disoccupazione complessivo e quello maschile sono inferiori (per gli uomini, 7,5% contro 8,7%), mentre per le donne il valore provinciale supera quello regionale (12,2% contro 11,9%). Particolare allarme desta il livello del tasso di disoccupazione giovanile (39,5% contro il 36,4% medio regionale) che per le femmine raggiunge il livello record del 57,4% (40,9% media regionale tasso di inattività aumenta rispetto al 2013 (31,9% contro 30,6%). La stessa dinamica si osserva per uomini e donne: il tasso di inattività dei primi passa dal 22,1% al 22,7%, mentre per le donne si va dal 39,2% del 2013 al 41% del 2014. Rispetto alle medie regionali, il tasso di inattività maschile è inferiore mentre quelli complessivo e femminile sono superiori
"Non festeggiamo mai dati positivi con lo zero virgola – commenta Simona Ricci, segretaria generale Cgil Pesaro Urbino – anzi ci sarebbe da celebrare il funerale dei i diritti del lavoro che è il Jobs Act. I dati indicano quasi 6.000 occupati in meno in un anno e tutti nel lavoro dipendente".
"Mentre i settori manifatturieri sembrano tenere (35.000 gli occupati nel 2014, erano 36.104 nel 2013), il terziario e le costruzioni segnano un pesantissimo meno. Diminuisce pesantemente il tasso di occupazione, il valore più basso dal 2004 e per la prima volta andiamo sotto la media regionale. Si pensi che nel 2009 il tasso di occupazione era del 65,7% contro un 63,8% della media regionale. Oggi siamo al 61,5%. La crisi mette in luce tutte le disparità di genere e di generazione che attraversano il nostro mercato del lavoro. Le persone in cerca di occupazione sono 15.000, erano 16.342 nel 2013, il tasso di disoccupazione scende di poco, dal 9,8% del 2013 al 9,5% del 2014, ma il valore provinciale per le donne supera la media regionale passando al 12,2% contro 11,9% di quello marchigiano".
"E' allarmante il tasso di disoccupazione giovanile che vola al 39,5% contro il 36,4% regionale, per le giovani donne raggiunge il livello record del 57,4% contro una media regionale del 40,9%. Le ragazze, più istruite e spesso, proprio per questo, più consapevoli, anche dei loro diritti sul lavoro, non avranno di che festeggiare per questo 8 marzo. Non siamo una provincia per giovani donne. Se non facciamo qualcosa, presto, qui e ora, rischiamo di perdere un patrimonio di saperi ed energie per i prossimi anni, rischiamo di perdere un pezzo di futuro, forse il migliore", conclude la sindacalista.