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Alla fine, tanto rumore per nulla. La proposta di Nestlè di un "patto generazionale" con i lavoratori anziani della Perugina per favorire l'ingresso (rigorosamente a part time) dei loro figli sembra già accantonata. Ieri, dopo un lungo tavolo in Confindustria tra Rsu, sindacati e azienda, si è infatti raggiunto un accordo che di fatto toglie dal tavolo quell'idea, accolta più che altro come una provocazione e che aveva portato alla mobilitazione dei lavoratori dello stabilimento di San Sisto (Perugia), culminata in uno sciopero con adesione totale, lo scorso mese di luglio.
L'accordo raggiunto ieri e che lunedì sarà portato nelle assemblee in fabbrica, è giudicato positivamente dai sindacati umbri, soprattutto perché prefigura un modello di organizzazione del lavoro e degli orari "utile per lo sviluppo e la crescita dello stabilimento di San Sisto". Inoltre, i sindacati e la Rsu sottolineano come si sia dimostrato che è possibile "rispondere alle esigenze specifiche di un’azienda come Perugina, partendo dagli strumenti previsti dal Contratto nazionale degli alimentaristi".
Sulla base delle esigenze aziendali di maggior produttività - si legge in una nota di Flai, Fai e Uila dell'Umbria - si è concordato di superare lo strumento dello straordinario e di introdurre quello delle giornate a recupero, previsto dal contratto nazionale, strumento che garantirà una maggiore stabilità occupazionale per tutti i lavoratori".
“Il sacrificio dei lavoratori - dichiara Michele Greco, coordinatore della Rsu Perugina - non è e non dovrà essere fine a se stesso, ma deve diventare la condizione perché Nestlè Italia sia in grado di presentarsi, nel confronto con la casa madre, con le credenziali giuste per ottenere investimenti e volumi. Questo è quanto discuteremo con i lavoratori nelle assemblee previste per lunedì 10 settembre”.
Da parte loro, Flai, Fai e Uila dell’Umbria sottolineano di non essersi mai sottratte al confronto sulla produttività, ma respingono qualsiasi “forzatura che nasconda l'obiettivo, nemmeno tanto celato, di superare la contrattazione”. “Anche questo accordo – affermano le tre sigle sindacali - è la dimostrazione di come la contrattazione sia lo strumento per far convergere interessi diversi anche attraverso momenti di conflitto, come lo sciopero e la manifestazione delle lavoratrici e lavoratori della Perugina dello scorso 26 luglio”.