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Il marchio Perugina sarà presente all’Expo di Milano con il suo prodotto di punta: i Baci. Una novità positiva, l’unica, purtroppo, comunicata alla Rsu nel corso del confronto con la dirigenza Nestlè che si è svolto in Confindustria a Perugia giovedì 26 febbraio. Il quadro complessivo per la fabbrica di cioccolata di San Sisto (popoloso quartiere alle porte del capoluogo umbro) è infatti, secondo le rappresentanze sindacali interne, tutt’altro che rassicurante.
A inizio febbraio la Rsu Perugina aveva denunciato il drastico calo dei volumi, che per la prima volta nella storia della fabbrica, scenderà nel 2015 sotto le 25.000 tonnellate. “Una situazione critica”, secondo i rappresentanti dei lavoratori, che ad agosto 2014 avevano sottoscritto un contratto di solidarietà (54 giorni di stop nel 2015 per 861 dipendenti) a fronte dell’impegno della multinazionale di rilanciare lo stabilimento. “Impegno di cui però si sono perse le tracce”, denuncia Luca Turcheria, coordinatore della Rsu di San Sisto. “Nell’incontro con la dirigenza – spiega il delegato della Flai Cgil – a parte la notizia sulla presenza ad Expo, non abbiamo avuto rassicurazioni e soprattutto nessuna idea di una strategia in grado di riportare i volumi al livello necessario per evitare che gli esuberi annunciati (oltre 200) si trasformino in licenziamenti”.
“Garantire il mantenimento e la valorizzazione dei livelli occupazionali per lo stabilimento Nestlé di San Sisto a Perugia”, è anche la richiesta che la presidente della Regione dell’Umbria, Catiuscia Marini, e il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, hanno avanzato personalmente ai vertici di Nestlè Italia in un altro incontro, tenuto mercoledì 25 febbraio, presso il palazzo della Regione a Perugia.
"In quanto rappresentanti delle istituzioni – hanno affermato Marini e Romizi - abbiamo voluto ribadire ai dirigenti di Nestlé Italia che riteniamo necessario lo sviluppo di un mix di attività produttive utili a salvaguardare la capacità produttiva ed occupazionale dello stabilimento di San Sisto. Così come riteniamo altrettanto importante che si proceda ad un maggior apprezzamento del marchio ‘Perugina' e si rafforzi la capacità di export della fabbrica di Perugia".
Ma quello che è mancato in questi due giorni di incontri con Nestlè “è quel segnale concreto di rilancio, con nuovi prodotti o nuove strategie, che come sindacato chiediamo da tempo”, afferma Michele Greco, segretario generale della Flai Cgil dell’Umbria. “Ben venga la vetrina dell'Expo, se sarà confermata – prosegue Greco - anche se sembra più una toppa che una scelta prioritaria, come invece è avvenuto per il brand Sanpellegrino. Ma in assenza di un piano industriale da parte del management italiano e vista la volontà di dismettere alcuni impianti – conclude il segretario della Flai dell'Umbria - le solite ricette non basteranno a nostro avviso a mettere in sicurezza il sito, del resto i numeri parlano chiaro: sotto le 25000 tonnellate si stravolge la struttura della nostra fabbrica”.
La Rsu si prepara dunque ad aprire una vera “vertenza Perugina”. E il primo appuntamento importante per coinvolgere istituzioni e cittadinanza, è fissato per l’11 marzo, quando le rappresentanze sindacali promuoveranno un’assemblea pubblica alla Sala dei Notari, con la partecipazione di un rappresentante del ministero dello Sviluppo Economico e delle istituzioni locali. “Un momento di riflessione sullo stato della fabbrica e sulle sue potenzialità – spiegano le Rsu - tutte da ricostruire”.