“Un incontro interlocutorio, quello che si è svolto oggi al ministero dello Sviluppo economico. Tuttavia, grazie alla grande mobilitazione dei lavoratori, di politica, istituzioni e società civile locale, per la prima volta l’atteggiamento monolitico dell’azienda ha vacillato e non sono stati rimessi sul tavolo i numeri degli esuberi”. Lo dichiara Mauro Macchiesi, segretario nazionale Flai Cgil, al termine dell’incontro al dicastero.

“Nel merito, siamo ancora lontani da una soluzione, ma abbiamo apprezzato la disponibilità di ministero e Regione a mettere risorse sul piano industriale per implementare sviluppo e ricerca. Chiederemo un tavolo di confronto presso Confindustria Umbria e seguitiamo a mantenere alta l’attenzione su tutto il gruppo Nestlè".

Il sindacato quindi prosegue: "Ci auguriamo di poter ragionare su altro che non siano gli esuberi e speriamo che l’azienda colga l’invito del viceministro Bellanova a non procedere con azioni unilaterali”. È stato fissato per il 9 novembre il prossimo incontro al Mise.

Oggi è stato anche il giorno dello sciopero, proclamato dalla Rsu, insieme ai sindacati (Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil) proprio nella data del nuovo confronto al ministero. Gli addetti hanno incrociato le braccia, perché pesante dichiarazione di esuberi da parte della multinazionale (364) trasformerebbe - per usare un'espressione lanciata tempo fa dalla Rsu - la Perugina in una "fabbrichetta da sottoscala". I sindacati continuano a chiedere invece di tornare nel solco tracciato con l'accordo del 2016, in cui si parlava di "impatto sociale zero" e si promettevano 60 milioni di investimenti nel sito.

"Noi oggi vogliamo mettere in chiaro anche di fronte al governo la necessità che Nestlé faccia un passo indietro - ha spiegato ai microfoni di RadioArticolo1 il segretario della Flai Cgil dell'Umbria, Michele Greco - ritiri la dichiarazione di esuberi e torni al merito dell'accordo del 2016, dimostrando soprattutto un approccio diverso al tavolo. Perché se la multinazionale continua a dimostrarsi indifferente al grido della fabbrica e dell'intera città di Perugia, è chiaro che lo scontro è destinato ad acuirsi". 

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S.Caleo